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6 giugno 2012 3 06 /06 /giugno /2012 07:00

Quando Goldman Sachs speculò sul traffico sessuale


goldman-Sachs.jpg

Una grande lezione di etica e affari dai migliori del settore...

Per la banca di Wall Street, tutto è buono per farsi un ottimo guadagno. Dopo le subprimes o la speculazione sui prodotti alimentari, il traffico sessuale e la prostituzione! Goldman Sachs ha investito in un'impresa implicata in numerosi affari di traffico sessuale negli Stati-Uniti, rivela un giornalista del New York Times. Tra poco una quotazione sui minorenni costretti a prostituirsi?

 

Ecco un'informazione imbarazzante per Goldman Sachs, che ha intaccato un po' la sua reputazione: la banca finanzierebbe indirettamente un sito internet che svolge un ruolo importante nella prostituzione e il traffico sessuale di minori negli Stati Uniti. L'Affare è stato svelato dalle colonne del New York Times dal giornalista Nicholas D. Kristof (due volte premiato con il premio Pulitzer). Quest'ultimo indagava sul finanziamento del sito Backpage, che detiene il 70% del mercato degli annunci di prostituzione e di escort-girls negli Stati Uniti [1]. Il sito appartiene a una oscura società dal nome di Village Voice Media. Il giornalista del New York Times si è procurato delle informazioni riguardanti quest'impresa: il 16% del capitale è detenuto dalla banca di investimento Goldman Sachs.

Malgrado i tentativi del sito per eliminare gli annunci legati ad attività non legali, quest'ultimo resta il principale forum di traffico sessuale del paese. Una situazione denunciata soprattutto da 19 senatori che hanno inviato un messaggio alla compagnia, citando numerosi esempi di processi in corso su degli affari in cui il sito ha svolto un ruolo. È stata anche raccolta una petizione con 223.000 firme, che hanno messo sotto pressione il Village Voice Media.

 


Irresponsabile, non colpevole...


Difficile in queste condizioni per Goldman Sachs ignorare le attività di cui è accusato il sito. Tanto più che la banca di Wall Street vi è molto implicata: uno dei suoi dirigenti, Scott L. Lebovitz, è stato nel consiglio di amministrazione di Village Voice Media per molti anni. "È un investimento minimo per una grande impresa, e non ho alcuna ragione di pensare che i quadri superiori di Goldman erano al corrente della sua connessione con il traffico sessuale," sfuma il giornalista. Ma, egli prosegue, "da più di sei anni [2], Goldman detiene una partecipazione importante in una società nota per i suoi legami con il traffico sessuale, ed ha partecipato al consiglio di amministrazione dell'impresa per quattro anni. Non c'è nessuna indicazione che Goldman o qualcun altro abbia mai utilizzato la sua partecipazione per esortare Village Voice Media ad abbandonare gli annunci di escort-girls o a verificare la loro età".

 

La banca respinge ogni responsabilità. "Non abbiamo alcuna influenza sulle operazioni", assicura un porta parole della Goldman Sachs. Ciò significa che il suo managing director attuale all'interno del consiglio di amministrazione è un dirigente incompetente (pagato con quanti milioni di dollari?). Appreso che il giornalista stava indagando sui proprietari del sito, la banca ha cercato freneticamente a sbarazzarsi delle sue azioni, afferma Nicholas D. Kristof. Lo ha contattato da alcuni giorni per informarlo che aveva firmato un accordo per vendere la sua partecipazione all'impresa. Dopo sei anni di lucrosi guadagni sull'investimento? Goldman Sachs, in parte responsabile della crisi finanziaria attuale, continua parallelamente a speculare su tutto ciò che si muove: derrate alimentari e materie prime, energie sporche, debiti pubblici…

 

 

 

Agnès Rousseaux

 

[Traduzione di Ario Libert]

 

 

LINK al post originale:

 Quand Goldman Sachs spécule sur le trafic sexuel

NOTE

[1] Secondo il centro di analisi dei media e della pubblicità Aimgroup.


[2] Goldman Sachs è entrato nel capitale di Village Voice Media nel 2000, il sito Backpage è stato acquistato dalla compagnia nel 2006.

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3 novembre 2011 4 03 /11 /novembre /2011 19:20

Storico: Sciopero generale illimitato a Oakland negli Stati Uniti!


  
di Raphaël Rezvanpour

 

 

 

oakland1.jpg

 

 

È un avvenimento storico negli Stati Uniti, lo sciopero generale è stato votato dai manifestanti Californiani (ispirati dagli Occupy Wall Street) il 26 ottobre scorso nella città di Oakland dopo una violenta repressione poliziesca. Un manifestante sarebbe stato gravemente ferito allal testa mentre la polizia faceva uso di pallottole ponderate per disperdere gli accampati. Riuniti sulla piazza Oscar Grant i 1607 votanti hanno ampiamente votato per lo sciopero generale questo mercoledì 2 novembre. [1484 a favore, 77 astensioni, 46 contrari]. L’appello dell'assemblea è radicale "Tutte le banche e le grandi imprese dovranno chiudere per l'intera giornata in cui marceremo su di essa". Obiettivo annunciato, liberare Oakland dal 1%.

 

Delle azioni di massa e picchetti di sciopero sono previsti per tutta la giornata.

 

Se la cifra di 1600 votanti può sembrare debole, rapportata alla popolazione francese, è come se 233.000 persone chiamassero allo sciopero generale... Il che è lungi dall'essere derisorio. Tanto più che una prima informazione proveniente dal mopvimento è confermata da diverse fonti, "Il porto è già fermo, i dockers rifiutano di lavorare".

 

 

oakland2.jpg

Un negozio chiuso a Oakland in solidarietà con l'99%.




Ecco l'appello:


Invitiamo tutti gli studenti a uscire dalle scuole. I lavoratori invece di andare al lavoro, gli studenti invece di andare a scuola, le persone convergeranno verso il centro della citta di Oakland e paralizzeranno la città.

Tutte le banche e le imprese dovranno chiudere per l'intera giornata in cui marceremo verso esse.

Mentre chiamiamo ad uno sciopero generale, domandiamo anche molto più. Le persone che sono organizzate nei loro quartieri, le scuole, gli organismi comunitari, gruppi di affinità, luoghi di lavoro e le famiglie sono incoraggiate a organizzarsi esse stese in modo che permetta loro di partecipare alla paralisi della città.

Il mondo intero guarda Oakland. Mostriamo loro ciò che è possibile. 

Il Consiglio di coordinamento dello sciopero comincerà a riunirsi tutti i giorni alle ore 17.00 sulla piazza Oscar Grant davanti all'Assemblea generale alle ore 19.00. Tutti i partecipanti allo sciopero sono invitati. Rimanete all'ascolto di maggiori informazioni.

 

 

 

 

[Traduzione di Ario Libert]



LINK al post originale:

Historique: Grève générale illimitée à Oakland aux Etats-Unis!

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17 ottobre 2011 1 17 /10 /ottobre /2011 07:00

Come i media hanno minimizzato

 

 

15_ottobre_2011.jpg

una mobilitazione mai vista in tutta la storia dell'umanità 



di Raphaël  Rezvanpour
 

Questo sabato 15 ottobre, erano a milioni a scendere in piazza, non all'appello di sindacati o di partiti politici, ma in maniera del tutto indipendente. Rispondevano alla chiamata degli indignati lanciato alcuni mesi fa per una giornata internazionale di mobilitazione. La risposta è stata all'altezza di tutte le aspettative, 85 paesi e un migliaio di città interessate, la prima volta in tutta la storia dell'umanità!


Di fronte a questa sollevazione dei popoli, si sarebbe potuto pensare che i media non potevano ignorarla, era troppo grande per essere minimizzata. Eppure essi hanno accettato la sfida. Ieri sera, non erano migliaia come essi dicevano, ma milioni di indignati ad essere stati censurati.

 

Non possono sostenere di non essere stati avvertiti, i siti hanno non hanno smesso di fiorire su Internet negli ultimi mesi, e così gli appelli. Eppure è proprio la mancanza di informazioni che abbiamo visto ieri sera. Un vuoto pesante e che non poteva che essere voluto. 

 

mappamondo-15-ottobre.pngMappa dell'indignazione mondiale


Eravamo milioni!


I media minimizzano notevolmente il movimento. Nei notiziari televisivi, non gli è stato dedicato più di un minuto. È inoltre possibile leggere i titoli degli articoli pubblicati su Internet:

Mobilitazione limitata per gli indignati di tutto il mondo (L'Express)

Il movimento degli  "indignati" contro la crisi e la finanza mondiale ha assunto questo fine settimana una dimensione planetaria, spingendo nelle strade decine di migliaia di persone. (AFP)

Migliaia di "indignati" si sono mobilitati in tutto il mondo (Reuters)

 

times-square.jpgNew York, Times Square, 15 ottobre 2011.


Migliaia? Decine di migliaia? No. Milioni! È stato possibile contare pressappoco un milione di manifestanti in Spagna (400.000 a Barcellona, 250.000 a Madrid); centinaia di migliaia in Italia (di cui almeno 200.000 a Roma) di cui non si terrà conto che delle violenze dei black bloc: centinaia di migliaia in Israele; più di 100.000 in Portogallo; decine di migliaia in Germania, Grecia, Stati Uniti, Belgio, Olanda, migliaia in Australia, Francia, Svizzera, Gran Bretagna, Polonia e in decine di altri paesi.


parigi_15_ottobre.jpg

  Parigi, 15 ottobre - Foto di Emmanuel Raoul


 

Queste cifre sono tanto più eccezionali in quanto le masse non si sono mosse in seguito all'appello dei sindacati, il movimento è completamente indipendente da qualsiasi sindacato o partiti politici. Quando si sa a chi appartiene la maggior parte dei giornali, è chiaro che la censura si è imposta da sé stessa.

 

Una buona notizia, gli indiganti sono temuti!

 

 

 

Raphaël Rezvanpour

 

 

 

[Traduzione di Ario Libert]

 

 

 

 

LINK al post originale:

 Comment les médias ont minimisé une mobilisation jamais vue dans toute l’histoire de l’humanité 

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16 ottobre 2011 7 16 /10 /ottobre /2011 07:00

Il WWF messo accusato da un documentario sconvolgente

 

 


 

 

wwf.gif

 

 

 

di Sophie Cappella

 

In un servizio pubblicato il 22 giugno sulla televisione pubblica tedesca (ARD), il regista Wilfried Huismann indaga sulle pratiche e i retroscena del WWF, sulle tracce dei 500 milioni di euro di donazioni annuali versati alla più grande organizzazione mondiale di protezione dell'ambiente, il giornalista investigativo si reca nel Borneo, in Indonesia, dove il WWF sostiene di difendere l'orango, una specie in pericolo. Sul posto, l'equipe ha scoperto una riserva di 80 ettari dove vivono due oranghi nel cuore di 14.000 ettari di piantagioni di palma da olio ai quali l'ONG ha assegnato l'etichetta "produzione sostenibile".

 

Il documentario esamina anche il "Progetto Tigre" gestito dal WWF dal 1974, in collaborazione con il governo indiano, per protezione della tigre del Bengala. Per soddisfare le esigenze del WWF che richiedeva un aumento dell'8% delle aree protette, il governo indiano ha proceduto, sin dal 2002, all'espulsione di 100.000 autoctoni. Un numero che potrebbe raggiungere un milione di persone nei prossimi anni, denuncia il documentario.

 

Wilfried Huismann cerca anche di capire il coinvolgimento del WWF a delle "tavole rotonde" con aziende di ingegneria genetica, come il gigante Monsanto, e con la multinazionale Wilmar, e la cauzione "etica" assegnata dal WWF a queste aziende, assicurando che producevano della soja e della olio di palma "sostenibili". Disponibile per ora soltanto in tedesco, il documentario ha già provocato molte polemiche nell'oltre Reno. In Francia, l'ONG presieduta dalla velista Isabelle Autissier conosce una crisi interna senza senza precedenti.

 

 

Sophie Chapelle

 

 

[Traduzione di Ario Libert]

 

 

 

Vedere il film Der mit dem Panda Pakt:

 

- Parte 1
- Parte 2

 

LINK:

Le WWF mis en cause par un documentaire accablant 

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2 ottobre 2011 7 02 /10 /ottobre /2011 07:00

India, Israele, Stati Uniti:

 


india_occupy_wall_street.jpg

 

Il movimento degli "indignati" conquista tutti i paesi


 

Primavera araba, indignati: i movimenti popolari di contestazione hanno segnato questo 2011. Gli Americani sono gli ultimi in ordine di tempo ad essere stati presi dalla febbre rivendicatrice. Stazionano davanti a Wall Street dal 17 settembre. 

Il parco che costeggia Wall Street a New York si è trasformato in accampamento per alcune centinaia di manifestanti. Questi indignati di New York si fanno chiamare "i 99%". "Non abbiamo nulla, mentre l'1% degli Americani ha tutto. Noi siamo il 99% rimanente", spiega un manifestante. Occupando Wall Street, è il sistema finanziario e la dittatura dei mercati  che sono presi a bersaglio.


Arresti in massa degi contestatori di Wall Street il 2 ottobre 2011!


Nessun messaggio mirato


Il movimento "Occupy Wall Street" fatica ad attecchire a New-York, a causa forse dell'assenza di un preciso messaggio. Dalla diosoccupazione, all'ingiustizia sociale ed alle disparità economiche, le rivendicazioni sono in seguito andate verso la causa ambientale, la pena di morte, ecc...

 

 

Video del movimento del 28 settembre 2011

Ma i contestatori vogliono mostrare di esistere. Alcune personalità americane, come Michael Moore, apportano il loro sostegno e le reti sociali si associano anch'essi. Una cinquantina di città, più mal ridotte della ricca Manhattan, vedono nascere un movimento simile.

Video del movimento del 27 settembre 2011

 

 

La crisi finanziaria di troppo


Sia negli Stati Uniti sia in Europa una delle ragioni che ha scatenato questa rivolta è un'ennesima crisi economica. Indebitamento, soppressione delle spese sociali, i dirigenti politici annunciano delle misure di austerità per stabilizzare la moneta e il debito degli stati.

 

Con un tasso di disoccupazione che raggiunge dei livelli allarmanti, i giovani sono spesso stati i primi a scendere in strada. Raggiunti dai loro fratelli maggiori, tutti questi indignati si sentono abbandonati dal potere.


Dal pacifismo alla violenza


I Greci, in particolare hanno l'impressione di pagare al posto dei veri responsabili. Il paese, al centro delle preoccupazioni dell'Unione europea, ha visto migliaia di cittadini mobilitarsi a partire dal maggio del 2011. Gli scioperi sono degenerati in scontri violenti con la polizia. Dopo la pausa estiva, il movimento è ripreso a settembre.

 

india_israele_USa.jpg

Atene

 

Stessa cosa a Londra. La gioventù inglese, disarcionata dalla congiuntura economica e sociale, ha voluto manifestare la sua collera. La speranza ha fatto posto al pessimismo di un avvenire a rischio. La flemma inglese è sparita a profitto di una protesta presto trasformata in caos.

londra.jpg

   Londra

 

In questi due paesi, la bandiera pacifista è rotta così come il dialogo con il potere. Ma non bisogna credere: dei paesi finanziariamente a galla hanno anch'essi dei gruppi di indignati. Israele, ad esempio, ha una crescita forte (4%) ed una disoccupazione molto debole (5%) grazie ad un mercato basato sull'alta tecnologia. La salute economica è buona, il problema si situa dunque altrove.


indignati-israele.jpg

Israele.


Il 3 settembre, quasi 400.000 persone sono scese in piazza per reclamare un cambiamento del sistema politico. Ciò rappresenta la mobilitazione popolare più importante dalla creazione dello Stato ebraico. Questo genere di avvenimenti passa quasi del tutto inavvertito per quanto l'attualità d'Israele sia monopolizzata dagli affari dell'ONU. I cittadini deplorano che i governi, di qualunque partito essi siano, concentrano tutti i loro sforzi sulla questione della sicurezza.

 

Gli indignati israeliani disertano gli uffici elettorali. Quest'azione traduce bene questa sfiducia nei confronti di coloro che li governano: la società si sente presa in ostaggio da una classe che detiene la ricchezza e il potere. In breve, una classe che tira le corde del paese e crea ineguaglianze.

 

A cosa serve votare? 

Un altro paese manifesta egualmenteil suo astio per il sistema politico: l'India. La più grande democrazia del mondo non crede più al potere delle urne. Gli Indiani, coscienti che il loro voto non serve che a stabilire la corruzione, accusano i grandi partiti di essere preoccupati unicamente ai loro soli interessi.
Nella scorsa primavera, Anna Hazare, presentata come il nuovo Gandhi, ha trovato un modo per muovere le cose: lo sciopero della fame. Questo metodo sembra aver superato la prova perché oggi i cittadini beneficiano di mediatori in ogni Stato per lamentarsi di fatti legati allal corruzione.

india_protesta_corruzione.jpgIndia

 


Un'era post-democratica
Le crisi si succedono senza sfociare verso delle soluzioni stabili. La riflessione critica va oltre il movimento anti crisi, anti austerità, o anticapitalista. Gli indiganti del mondo intero denunciano ciò che essi pensano sia una democrazia di facciata. Puntano con il dito le strutture classiche troppo gerarchizzate.
 
Questo movimento cittadino apolitico reclama una vera democrazia partecipativa che metta fine a dei modi di governo, che esso giudica, oligarchici. In questa lotta, il silenzio mediatico è spesso criticato. Gli scontri tra polizia e militanti sono quasi i soli argomenti che attirano l'attenzione dei media, poco inclini a dare una vera visibilità agli avvenimenti.

Inoltre la prossima grande riunione avrà luogo in Belgio con l'arrivo della marcia degli indignati. Dei cittadini partiti dai quattro angoli d'Europa, crescono al ritmo di centinaia ad ogni tappa degli indignati. Iniziata a luglio, l'ultima tappa è prevista il 15 ottobre a Bruxelles, la capitale europea.

 

 

 

C. C.

 

 

[Traduzione di Ario Libert]

 

 

 

LINK:

Inde, Israël, Etat-Unis, le mouvement des indignés gagne tous les pays?

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29 luglio 2011 5 29 /07 /luglio /2011 17:05

Gli indignati sono scesi in strada in tutto il mondo malgrado la repressione

 

 

 

 
Un mondo una rivoluzione 

 


Ovunque nel mondo, gli indignati sono scesi in strada domanica 19 giugno per chiedere una Reale democrazia e denunciare il patto dell'euro.


Da 260mila a 500 mila indignati a Barcellona!


È il più grande numero del giorno, più di 500 mila persone hanno manifestato a Barcellona secondo l'agenzia di stampa Catalana Sirius, 260 mila secondo la televisione Catalana. La polizia regionale in quanto ad essa non ha parlato che di 50 mila manifestanti.



Gli indignati di Bruxelles hanno marciato verso il Parlamento Europeo

 

indignati_bruxelles.jpg

    Bruxelles (foto Rafacereceda)

 

Un migliaio di cittadini di Bruxelles si sono mobilitati per raggiungere piazza Flagey, nel cuore della capitale, verso le ore 14.00. Progressivamente raggiunti da numerosi altri, hanno iniziato una marcia verso Place du Luxembourg dove doveva tenersi un'assemblea popolare alle ore 19.00.

 

 

Manifestazione a Bruxelles davanti al parlamento

Tra le numerose rivendicazioni del movimento, L'Euro-Patto, il suo carattere anti-democratico e le sue conseguenze drammatiche sul futuro dei cittadini europei è presso di mira. Lungo il percorso, le forze dell'ordine bloccano tutti gli accessi alle strade vicine, contenendo, canalizzando la folla che, dobbiamo notare, non può essere più pacifica di così. "Un modo per comprimere la libertà di espressione popolare nella strettoia di una via", secondo un cittadino sulla piazza. Gli slogan sono ripresi energicamente dalla folla: Dans la rue, avec nous! [Sulla strada, con noi!], Solidarité avec les peuples du monde! [Solidarietà con i popoli del mondo!]. Tuttavia, i partecipanti hanno scelto di non obbedire, affrontando l apolizia, molto determinata ad impedire che la marcia si amplificasse nei quartieri delal città, spingendo l'aasurdo sino ad esempio a bloccare il passaggio ad un bambino chereggeva un cartello destinato a difendere il mantenimento del giardino creato in Place du Carré de Moscou.

Ore 15.40, dall'alto di rue Malibran, ci si può rendere conto della folla che si estende sino a Place Flagey. Il rullo dei tamburi e gli appelli a scendere per raggiungerli nelle strade di moltiplicano. Numerosi residenti sono alla finestra ed applaudono all'iniziativa del movimento.
Allo stesso tempo, a Madrid, 6 cortei ciascuno di molte migliaia di manifestanti  si dirigono verso il Parlamento: Sulla Piazza Nettuno, A Madrid, la polizia annuncia una cifra di 40 mila indignati. In molte decine di migliaia di città in Spagna, anche lì migliaia se non decine di migliaia sono lì a manifestare!
 


 

 

 

 

 

 

 



 

Mappa delle manifestazioni del giorno nel mondo:
http://www.thetechnoant.info/19j/

 


Des nouvelles en direct du rassemblement de Liège :
https://bxl.indymedia.org/articles/1849

 

 

17.00 : Un'assemblea popolare si tiene in quel momento a Bruxelles all'interno della stazione del Lussemburgo, vicino alle istituzioni europee. Delle persone prendono l'iniziativa di tradurre quanto viene detto in francese e fiammingo. Vengono presentati dei resoconti sull'attualità del movimento in Grecia ed in Spagna.

 



Le uscite della stazione del Lussemburgo sono bloccate dalla polizia. Secondo delle persone presenti sul posto, una sola uscita è disponibile. È da chiedersi qual è l'interesse delle autorità di accerchiare e bloccare questo raduno popolare, tanto più che quest'ultimo si svolge nel più pacifico dei modi possibili? Provocazione? Volontà di controllare e di neutralizzare questa presa di coscienza cittadina?

 


17h25: A Parigi, l’assembléa generale che raduna circa 500 persone è accerchiata da un gran numero di CRS, i turisti sono gentilmente invitati a lasciare i luoghi dai poliziotti.

 

 

 


  Crédit photo Maryline Guitton

 

17h45: I sostenitori del movimento sarebbero stati avvertiti e sarebbero in marcia verso il commisariato. 

 

Ad Atene, sono decine di migliaia ad essersi radunati davanti al parlamento come tutte le sere da molte settimane!

 


17h46: Secondo la RTBF, la polizia avrebbe fatto uso di gas lacrimogeno sin dall'inizio della marcia: link

 

E secondo il quotidiamo "Le Soir": link


 

17h50 : En direct de l’Acampada del Sol à Madrid: link

 

 

http://www.livestream.com/spanishrevolutionsol On peut entendre scander : « Television: manipulacion ! »

 

18h35 : Les violences policières seraient importantes et les arrestations se compteraient par dizaines à Paris. Une centaine de personne serait ainsi enfermée dans 2 fourgons. Les femmes arretées ont été emmenées dans le commissariat du 12 ème arrondissement et les hommes dans le commissariat dans le 18 ème arrondissement. Des manifestants tentent de se réunir devant ces bâtiments mais sont rapidement repoussés par la police.


18h50 : L’appel global aux rassemblements semble avoir été entendu. Des centaines de milliers de citoyens se sont mobilisés à travers la planète. Cette journée et les échos non négligeables dont elle aura été le théatre contribueront sans nul doute à alimenter les espoirs de ce mouvement dans les jours et les semaines à venir.

 

Quelques chiffres:

260 000 à 500 000 à Barcelone, 70 000 personnes ont manifesté à Madrid, des dizaines de milliers à Athènes, 1000 à Bruxelles, 500 à Paris (auquel ajouter autant de CRS)

 

Badi BALTAZAR et Actualutte

 

 

LINK al post originale:

 

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17 giugno 2011 5 17 /06 /giugno /2011 20:16

 

 

Un'indignazione mondializzata!

 

 

 

indignazione_mondializzata.png


 di Raphaël Rezvanpour


 

 

Il movimento degli Indignati proveniente dalla Spagna ha sin dal 20 maggio scorso superato una svolta mondiale. Questo movimento sorprende per la sua spontaneità e la sua rapidità di propagazione poiché 5 giorni dopo il suo lancio in Spagna e malgrado un totale black out mediatico, è l'insieme del globo che era coinvolto dall'ondata degli indignati. Dalla Spagna alla Scandinavia, dall'America del Nord all'America del Sud, in Asia ed in Oceania, le occupazione di piazze si cono rapidamente moltiplicate per raggiungere la cifra di 413 venerdì 20 maggio (vedere la cartina sopra).

 

 

 


In Francia, il movimento è iniziato con degli espatriati e studenti spagnoli sin dal 20 maggio. Una decina di città sono allora coinvolte tra le quali Parigi, Grenoble, Tolosa, Nizza, Monpellier, Rennes, Nancy. Si contano allora 300 persone a Parigi, 150 a Grenobles e 150 a Tolosa, le cifre delle altre città non sono note. I tre assembramenti sono gestiti come nella maggior parte delle altre città mondiali. Nei giorni seguenti, l'ondata di protesta va progressivamente estendendosi ad una ventina, poi ad una trentina di città in Francia la domenica del 29 maggio. All'interno dei assembramenti, moltissimi francesi anch'essi indignati dalla mancanza di democrazia. Il numero di indignati presenti nelle assemblee rimane tuttavia stabile nella maggior parte delle città; da qualche decina a qualche centinaia di persone. Le assemblee si dotano di commissioni ognuna specializzata in un compito. Troviamo così delle commissioni azioni per organizzare diversi avvenimenti, delle commissioni comunicazioni che gestiscono l'aspetto visivo ed informativo del movimento, delle commissioni internazionali per mettersi in collegamento con le assemblee degli altri paesi  e molte altre ancora.

 


 

 

 


La Grecia, paese duramente colpito dalla crisi è raggiunta dal movimento soltanto nell'ultima settimana di maggio. Il movimento, anche lì spontaneo, è organizzato attraverso le reti sociali come facebook e twitter. La piazza in questione e situata davanti al parlamento Greco raduna rapidamente migliaia di persone. Domenica 29 maggio, la folla raggiunge dalle 30.000 alle 100.000 persone. Un record dall'inizio della crisi economica! In Italia, Germania, Portogallo, Grecia, Francia... un po' ovunque, il movimento attecchisce nel frattempo. La mondializzazione dell'informazione in diretta grazie ad internet ha permesso all'indignazione di mondializzarsi anch'essa. Sono infine gli stessi meccanismi all'opera durante la propagazione della primavera araba. Il 20 maggio, decine, centinaia di pagine di indignati fioriscono su facebook. "Democracia Real Ja", in Spagna (380.000 abbonati); "Réelle Démocratie Maintenant" in Francia (8000 abbonati), "Democrazia reale ora" in Italia (23.000 abbonati), ecc. Su twitter, alcune parole chiave informano del movimento; #spanichrevolution o #frenchrevolution ad esempio. Di fronte al black out mediatico, il movimento si è organizzato ed ha creato il suo proprio sistema di diffusione dell'informazione. A questo proposito, aggiungiamo che un sito è stato creato in Francia per centralizzare l'insieme delle informazioni, si tratta di "http://reelledemocratie.fr/".

 

 

 


 

 

 


Verso un'amplificazione del movimento?


In Francia, è Parigi che ha conosciuto questa domenica un balzo in avanti nel numero di indignati. Un assembramento previsto una settimana prima è stato organizzato domenica 29 maggio alle ore 14 a piazza della Bastiglia. L'asemblea parigina che sino ad allora radunava tra le 300 e le 500 persone si è allora moltiplicata per 7 o 8! Infatti, non sono meno di 2.300 persone che si sono radunate nel pomeriggio. In serata, gli indignati hanno voluto organizzare un accampamento ma i CRS sono intervenuti con la forza per farli sloggiare. Si sono contati alcuni feriti leggeri e molte interpellanze. Questo intervento ci ricorda che il sistema costituito non si lascerà così facilmente contestare. Tuttavia, come a Barcellona, la repressione, e non sembra lo abbiano capito non avrà che una conseguenza, rafforzare gli indignati nelle loro convinzioni ed amplificare il movimento!


Raphaël Rezvanpour

 

 

 

[Traduzione di Ario Libert]

 

 

 

 

LINK:

Une indignation mondialisée!

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16 giugno 2011 4 16 /06 /giugno /2011 18:45

 

 

Grecia: Una rivolta senza precedenti taciuta dai media


 

grecia_indignati.png


 

È oramai a centinaia di migliaia che gli Indignati greci dichiarano la guerra ai loro carnefici liberali! Due settimane dopo il suo inizio, il movimento degli "Indignati" greci fa tracimare le piazze delle città del paese con folle enormi che urlano la loro collera, e fa tremare il governo Papandreou ed i suoi sostenitori locali e internazionali. Non è più né una semplice protesta né una mobilitazione di ampiezza contro le misure d'austerità. Oramai, è una vera rivolta popolare che investe la Grecia! Una rivolta che grida alto e forte il suo rifiuto di pagare "la loro crisi" e "il loro debito" vomitando sul bipartitismo neoliberale se non l'insieme di un personale politico giunto a fine corsa.

 

grecia_vignetta.jpg

La fatica di Sisifo.

 


 

Quanti erano in Piazza Syntagma (piazza della Costituzione) al centro di Atene, di fronte al Parlamento, domenica 5 giugno 2011? Difficile a dirsi perché una delle particolarità di questi assembramenti popolari è che, in mancanza di discorsi centrali o di concerto, vi è un va e vieni permanente di manifestanti. Ma, tenendo conto dei responsabili della metropolitana di Atene, che sanno come calcolare il numero dei loro passegeri, c'è stato un minimo di 250.000 persone confluite a Syntagma in questa serata memorabile! In somma, diverse centinaia di migliaia se si aggiungono le folle "storiche" riunite nelle piazze centrali di altre città greche.

 

grecia_vignetta2.jpg

 

In questo momento si impone quindi un'interrogativo: come è possibile che un tale movimento di massa che, per di più sta per far crollare un governo greco al centro dell'interesse europeo, sia passato in un silenzio assordante in tutti i media occidentali? Durante, i suoi primi 12 giorni, praticamente con una parola, non un'immagine di queste folle senza precedenti urlano la loro collera contro il FMI, la Commissione Europea, la Troïka (FMI, Commissione Europea e Banca centrale europea) ed anche la signora Merkel ed il gotha neoliberale internazionale. Assolutamente nulla. Tranne di tanto in tanto, qualche riga sulle "centinaia di manifestanti" per le strade di Atene, all'appello della CGT greca. Strana predilezione per le manifestazioni scheletriche dei burocrati sindacali totalmente ignorate dal momento in cui a centinaia di metri più in là enormi folle manifestano sino a tardi dopo la mezzanotte da due settimane...

 

grecia_vignetta3.jpgDa dove sono sbucati?!


 

Si tratta del tutto semplicemente di una censura dalle dimensioni ignote sino ad oggi. Di una censura politica molto organizzata e metodica, motivata dalla preoccupazione di bloccare il contagio di questo movimento greco, di impedire di espandersi a macchia d'olio in Europa! Di fronte a questa nuova arma della Santa Alleanza dei tempi moderni, si dovrà reagire tutti insieme, sia per denunciare questo scandalo sia per trovare i mezzi per aggirare questa proibizione di informare le pubbliche opinioni, attraverso lo sviluppo della comunicazione tra i movimenti sociali di tutta l'Europa e la creazione ed il rafforzamento dei nostri propri mezzi di informazione alternativi...


 

grecia_vignetta4.jpgIl debito della Grecia trascinerà anche l'area dell'euro.


 

Ritornando agli Indignati greci (Aganaktismeni, in greco), bisogna notare che si tratta di un movimento sempre più popolare o anche plebeo, ad immagine di una società greca modellata da 25 anni di assoluto dominio dell'ideologioa (neoliberale) cinica, patriottarda, razzista ed individualista che ha trasformato tutto in merce. È per questo che l'immagine che ne emerge è spesso contraddittoria, unendo il meglio al peggio nelle idee come negli atti di ognuno dei manifestanti! Come ad esempio, quando la stessa persona manifesta in modo ostentato un patriottismo greco dai tratti razzisti sventolando nel contempo una bandiera tunisina (o spagnola, egiziana, portoghese, irlandese ed argentina) per manifestare la sua solidarietà... internazionalista ai popoli in lotta di questi paesi.


 

grecia_cartina.jpgA macchia d'olio.


 

Dobbiamo allora dedurne di essere in presenza di una folla di manifestanti schizofrenici? Assolutamente no. Così come non vi sono miracoli, né rivolte sociali politicamente "pure", il movimento degli Indignati greci si radicalizza a vista d'occhio rimanendo segnato da questi 25 anni di disastro sociale e morale. Ma, attenzione: tutte le sue "tare" si subordinano alla sua caratteristica principale che è il suo rigetto radicale del Memorandum, della Troïka, del debito pubblico, del governo, dell'austerità, della corruzione, di questa finta democrazia, della Commissione Europea, insomma del sistema nel suo insieme!

 

 


 

grecia_vignetta5.jpg

 

Non è dunque un caso che le centinaia di migliaia di Indignati greci si spolmonino da 14 giorni ripetendo delle parole d'ordine eloquenti come "Non dobbiamo nulla, non vendiamo nulla, non paghiamo nulla"; "Non vendiamo e non ci vendiamo"; "Che se ne vadano ora tutti, Memorandum, Troïka, governo e debito" o "Restiamo finché non se ne andranno". È un fatto che delle parole d'ordine di questo genere uniscano tutti i manifestanti, come d'altronde tutto ciò che ha a che fare con il rifiuto  di assumere e pagare il debito pubblico [1]. È d'altronde per questo che la campagna dell'Iniziativa per una Commissione di studio del debito pubblico ottiene un reale successo praticamente in tutto il paese. Il suo stand in Piazza Syntagma è permanentemente assediato da una folla di persone che vogliono firmare il suo appello [2] o offrire loro servizi come volontari...

 

grecia06.jpg

 

Dapprima quasi del tutto privi di organizzazione, gli Indignati di Syntagma si sono dati progressivamente un'organizzazione di cui il vertice è l'Assemblea popolare che attira ogni sera alle ore 21.00 alcune centinaia di partecipanti davanti ad alcune migliaia di ascoltatori molto attenti. I dibattiti sono spesso di una grande qualità (per esempio sul debito pubblico), superando di molto tutto quanto vi è di meglio sulle grandi catene televisive. E tutto ciò malgrado il rumore (siamo in pieno centro di una città di 4 milioni di abitanti), il via vai di decine di migliaia di persone e soprattutto, la composizione eterogenea di questi ascoltatori mostar in mezzo ad un accampamento permanente che somiglia a volte ad una vera Torre di Babele.

 


grecia07.jpgRaccolta differenziata

 

Vetro  Carta  Plastica  Lavoratori


 

Tutte queste virtù della "Democrazia diretta" sperimentata giorno dopo giorno a Syntagma, non devono farci dimenticare le sue debolezze, le sue ambiguità o le sue tare come ad esempio la sua allergia iniziale per tutto ciò che concerne i partiti, ai sindacati o a ogni collettività stabilita. Se è indiscutibile che questa avversione per i "partiti" è dominante nelle folle degli Indignati greci che hanno tendenza a respingere l'insieme del mondo politico senza distinzione, bisogna comunque notare l'evoluzione spettacolare dell'Assemblea Popolare, sia ad Atene che a Salonicco, che è passata dal rifiuto del sindacato all'invito di far di far approdare le loro manifestazioni a Syntagma affinché i loro lavoratori raggiungano gli Indignati...


 

grecia08.jpgSituazione economica della Grecia


 

Evidentemente, non è un segreto che, con il passar del tempo, vi sia stata una chiarificazione del paesaggio politico della Piazza Syntagma, la destra e l'estrema destra popolare essendo rappresentata tra la folla in alto del Palazzo, proprio davanti al Parlamento, e la sinistra radicale ed anarchicheggiante occupando la Piazza stessa e controllando l'Assemblea popolare ed il presidio permanente. Senza alcun dubbio, benché questa sinistra radicale dia il tono e lasci la sua impronta su tutte le attività e manifestazioni a Syntagma, le tonalità di un rosso profondo, non si può concludere che le diverse sfumature della destra populista, patriottarda, razzista o anche manifestamente neo-nazista cesseranno i loro tentativi di influenzare quest'immenso movimento popolare. Esse persisteranno e tutto dipende, in ultima analisi, dalla capacità dell'avanguardia del movimento di radicarlo profondamente nei quartieri, nei luoghi di lavoro e nelle scuole dotandolo nel contempo di obiettivi chiari che facciano da ponte tra i suoi enormi bisogni immediati e la sua rabbia vendicativa anti-sistema.

 


 

grecia09.jpg-E a te perché dà fastidio che la Commissione ci osservi al microscopio?

-A causa della nostra taglia.

 

 

 

 

Molto differente dal suo omologo spagnolo per le sue dimensioni, la sua composizione sociale, la sua radicalità e la sua eterogeneità politica, la Piazza Syntagma greca divide con la piazza Tahrir del Cairo o la Puerta del Sol di Madrid lo stesso odio per l'elite politica ed economica che accapparra e vuote di ogni contenuto la Democrazia parlamentare borghese ai tempi del neoliberalismo più arrogante ed inumano. Allo stesso tempo, è attraversato dallo stesso desiderio partecipativo, democratico e non violento che contraddistingue ogni rivolta popolare di quest'inizio del XXI secolo.

 

grecia_scontro_manifestanti_fascisti.jpgScontri tra manifestanti e fascisti.

 


 

La nostra conclusione non può essere che molto provvisoria: indipendentemente dalle conseguenze degli avvenimenti, che si annunciano già cataclismatici, il movimento attuale degli Indignati greci avrà segnato una svolta nella storia del paese. Oramai tutto è possibile e nulla non sarà più come prima...

 

 

 

 

Yorgos Mitralias

 

 

Yorgos Mitralias anima il comitato greco contro il debito che è membro della rete internazionale CADTM. Vedere il sito del comitato greco: comitato greco.

 

 

 

[Traduzione di Ario Libert]


 

 

 

 

LINK al post originale:

 Grèce: Une révolte sans précédent sous le silence des médias 

 

 

LINK pertinenti:

Appello mondiale alla #globalrivoluzione il 19 giugno!


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14 giugno 2011 2 14 /06 /giugno /2011 22:10

 

Uno spettro si aggira per il mondo? Sembrerebbe proprio di sì... 


 


 

 


español – English – FRANÇAIS – ITALIAN – DEUTSCH – GREEK – PORTUGUÊS – JAPONÉS – BÚLGARO – HÚNGARO/MAGIAR- عربيّة

 

 

 

Spanish_protests_May_2011_-_Puerta_del_Sol_Madrid_-_People_.jpg

 

ITALIANO


Siamo gli indignati, gli anonimi, i senza voce. Eravamo in silenzio, ma ascoltavamo, e osservavamo tutto. Ma non per guardare verso l’alto, dove ci sono quelli che guidano il mondo, ma intorno a noi, dove ci troviamo tutti e tutte; e stavamo aspettando il momento di unirci.

 

Non ci rappresenta nessun partito, associazione o sindacato. E non vogliamo che sia così, perché ognuno rappresenta sé stesso. Vogliamo pensare tutti insieme a come creare un mondo dove le persone e la natura stiano al di sopra degli interessi economici.

Vogliamo progettare e costruire il migliore dei mondi possibili. Insieme possiamo farlo, e lo faremo. Senza paura.

 

Le prime scintille scoccarono nei paesi arabi, dove centinaia di migliaia di persone hanno occupato le piazze e le strade e hanno ricordato ai loro governi, che loro sono il vero potere. Dopodiché sono stati gli islandesi che scesero in strada per esprimersi e scegliere il proprio futuro; e poco dopo il popolo spagnolo ha occupato le piazze dei quartieri, dei paesi, delle cittá.

 

Ora questo fuoco si estende rapidamente in Francia, Grecia, Portogallo, Italia e Turchia, mentre arrivano echi dall’America e dall’Asia e nuove fiamme si accendono dappertutto. Se i problemi sono globali, la rivoluzione o sarà globale o non ci sarà. È ora di riprenderci i nostri spazi pubblici per discutere sul nostro futuro tutti e tutte insieme.

 

Il 19 giugno chiamiamo alla #Globalrevolution incitiamo l’occupazione pacifica delle piazze pubbliche e la creazione di spazi di incontro, dibattito e riflessione. É nostro dovere recuperare gli spazi pubblici e decidere insieme che mondo vogliamo.

 


Impadronisciti della piazza!!! Impadronisciti della strada!!!



#Globalrevolution

 


Popolo del mondo, alzati!!!

 

 


 

 

 

FRANÇAIS:

Nous sommes les indignés, les anonymes, les sans-voix. Nous étions silencieux, à l’ecoute. Nous observions. Non pas ceux d’en-haut, ceux qui tiennent les rênes, mais un peu partout, là où nous sommes toutes et tous à l’attente du moment pour nous unir.

Les partis, associations ou syndicats ne nous représentent pas. Ce n’est d’ailleurs pas ce que nous souhaitons, car tout un chacun est son propre représentant. Nous voulons réfléchir tous ensemble à un monde où individus et nature priment sur les intérêts économiques. Nous voulons concevoir et construire le meilleur des mondes possible. Ensemble nous le pouvons et nous le ferons. Sans peur.

Les premières étincelles se sont embrasées dans les pays arabes, où des centaines de milliers de personnes ont occupé les places et les rues afin de rappeler à leurs gouvernements que le peuple détient le véritable pouvoir. Peu après les islandais se sont emparés des rues pour s´exprimer et décider de leur avenir; le peuple espagnol n´a pas tardé à emplir les places des quartiers, des villages et des autres villes.

Actuellement, la flamme de la contestation s’est propagée rapidement à d´autres pays comme la France, la Grèce, le Portugal, l’Italie et la Turquie. Entre temps des échos surgissent en Amérique, en Asie et de nouveaux foyers de contestation apparaissent un peu partout. Les problèmes sont globaux et la révolution sera globale également, sans quoi notre appel ne saurait subsister. Le moment est venu de récupérer nos espaces publics pour discuter et construire tous ensemble l’avenir.

Le 19 juin nous faisons un appel à la #Globalrevolution. Nous vous invitons à agir pacifiquement sur les places publiques, nous vous invitons à la création d’espaces de rencontre, de débat et de réflexion. Il est de notre devoir de récupérer l’espace public et de décider ensemble du monde que nous voulons.

 


Empare-toi de la place! Empare-toi des rues!!

Peuple du monde, levez-vous!!!

 


Évènement Facebook français et liste des rendez vous: cliquez ici

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SPANICH

Somos los indignados, los anónimos, los sinvoz. Estábamos en silencio pero a la escucha, observando. No para mirar hacia arriba, donde están los que llevan las riendas del mundo, sino a los lados, donde estamos todas y todos, buscando el momento de unirnos.

 

No nos representan partidos, asociaciones o sindicatos. Tampoco queremos que así sea, porque cada cual se representa a sí mismo.Queremos pensar entre todos cómo crear un mundo donde las personas y la naturaleza estén por encima de intereses económicos. Queremos idear y construir el mejor de los mundos posibles. Juntos podemos y lo haremos. Sin miedo.

 

Las primeras chispas prendieron en los países árabes, donde cientos de miles de personas tomaron las plazas y calles recordando a sus gobiernos que ellos son el verdadero poder. Luego fueron los islandeses quienes salieron a las calles para expresarse y decidir su futuro; el pueblo español no tardó en tomar las plazas de barrios, pueblos y ciudades. Ahora la mecha se extiende rápidamente por Francia, Grecia, Portugal, Italia y Turquía, mientras llegan ecos de América y Asia y nuevos focos aparecen cada día por doquier. Si los problemas son globales, la revolución será global o no será. Es hora de recuperar nuestros espacios públicos para debatir y construir entre todas y todos el futuro.

 

El día 19 de junio llamamos a la #Globalrevolution. Llamamos a la ocupación pacífica de las plazas públicas y a la creación de espacios de encuentro, debate y reflexión. Es nuestro deber recuperar el espacio público y decidir juntos el mundo que queremos.

 

Toma la plaza!!! Toma las calles!!! #Globalrevolution .

People of the World, rise up!!!

takethesquare.net

#takethesquare

#globalrevolution

 

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English

We are the outraged, the anonymous, the voiceless. We were there, silent but alert, watching. Not gazing upward at the powers that be, but looking from side to side for the right time to unite with each other.

 

No political party, association or trade union represents us. Nor do we want them to, because each and every one of us speaks for her or himself. Together, we want to design and create a world where people and nature come first, before economic interests. We want to design and build the best possible world. Together we can and we will. Unafraid

 

The first sparks started to fly in the Arabic countries, where thousands of people took over streets and squares, reminding their governments where the real power lies. The Icelanders followed, taking to the streets to speak their mind and decide their future. And it wasn’t long before Spaniards occupied squares in neighborhoods, towns and cities. Now the flame is swiftly spreading through France, Greece, Portugal, Italy and Turkey, and the cries of peaceful demonstrators echo across America and Asia, where new movements are cropping up everywhere. Only a global revolution can confront global problems. The time has come for the woman and man in the street to take back their public spaces to debate and build a new future together.

 

This is a call to the #Globalrevolution on 19 June. We’re calling on people everywhere to peacefully occupy public squares and create spaces for debate, assembly and reflection. It’s our duty to reclaim the public arena and together forge the kind of world we want to live in.

 

Take the square!!! Take the streets!!!

People of the World, rise up!!!

takethesquare.net

#takethesquare

#globalrevolution

 

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GREEK

Είμαστε οι αγανακτισμένοι, οι ανώνυμοι, οι άναυδοι. Ενώ ήμασταν σιωπηλοί ακούγαμε και παρατηρούσαμε τους ανθρώπους. Δεν κοιτάζαμε όσους βρίσκονται πάνω μας, ασκώντας την παγκόσμια εξουσία, αλλα όλους όσους είναι διπλα μας, προσπαθώντας να βρίσκουμε τον τρόπο για να ενωθούμε όλοι μας.

 

Δε μας αντιπροσωπεύουν ούτε κόμματα, ούτε σύνδεσμοι, ούτε συνδικάτα. Ούτε το θέλουμε, επειδή ο καθένας αντιπροσωπεύει τον εαυτό του. Θέλουμε να σκεφτούμε τον τρόπο με τον οποιο θα δημιουργήσουμε έναν νέο κόσμο, όπου αποδίδεται περισσότερη σημασία στον άνθρωπο και στην φύση παρα στα οικονομικά συμφέροντα.

 

Οι ξεσηκωμοί άρχισαν στις Αραβικές χώρες όπου χιλιάδες άτομα κατέβηκαν στις πλατείες και στους δρόμους θυμίζοντας στους κυβερνώντες ότι ο λαός αποτελεί την πραγματική εξουσία. Ύστερα έκαναν το ίδιο οι Ισλανδοί, διαδηλώνοντας για να αποφασίσουν το μέλλον τους. Μετά, ο Ισπανικός λαός έσπευσε να κατεβει στις πλατείες των γειτονιών, των χωριων και των πόλεων. Τώρα η επανάσταση απλώνεται ραγδαία στην Γαλλία, στην Ελλάδα, στην Ιταλία και στην Τουρκια ενώ και στην Αμερική και στην Ασία έχουμε τα πρώτα σήματα της επανάστασης. Κάθε μέρα, σε οποιοδήποτε μέρος του κόσμου, ξεσπάει η οργή του λαου. Αφού τα προβλήματα αναλαμβάνουν μια παγκόσμια διάσταση, και η επανάσταση πρέπει να συμβεί σε όλο τον κόσμο. Αλλιώς, δε θα γίνει τίποτα. Τώρα πρέπει να ξανακερδίσουμε τους δημοσιους χώρους για να συζητήσουμε και να δημιουργήσουμε όλοι μας το μέλλον μας.

 

Στις 19 Ιουνίου σας καλούμε στην παγκόσμια επανάσταση. Σας καλούμε να κατεβείτε ειρηνικά στις πλατείες και να δημιουργήσετε σημεία συνάντησης, συζήτησις και στοχασμού. Πρέπει να ξανακερδίσουμε τους δημοσιους χώρους και να αποφασίσουμε όλοι μαζί το μέλλον που θέλουμε. Κατέβα στις πλατείες, κατέβα στους δρόμους! Παγκόσμια επανάσταση. Λαοί του κόσμου, ξεσηκωθείτε.

 

takethesquare.net

#takethesquare

#globalrevolution

 

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GALEGO

Somos os indignados, os anónimos, os que non temos voz. Estabamos en silencio, pero á escoita, observando. Non para mirar cara arriba, onde están os que levan as rendas do mundo, senón cara aos lados, onde estamos todas e todos, buscando o momento de unirnos.

 

Non nos representan partidos, asociacións nin sindicatos. E tampouco queremos que nos representen, porque cada un se representa a si mesmo. Queremos pensar entre todos e todas como crear un mundo onde as persoas e a natureza estean por enriba dos intereses económicos.

Queremos idear e construír o mellor dos mundos posibles. Xuntos podemos, e farémolo. Sen medo.

 

As primeiras chispas saltaron nos países árabes, onde centos de miles de persoas tomaron as prazas e rúas lembrando aos seus gobernos que eles son o verdadeiro poder. Logo foron os islandeses quen saíron ás rúas para expresarse e decidir o seu futuro; o pobo español non tardou en tomar as prazas de barrios, vilas e cidades. Agora a chama esténdese rapidamente por Francia, Grecia, Portugal, Italia e Turquía, mentres chegan ecos de América e Asia e cada día aparecen novos focos en distintas partes do mundo. Se os problemas son globais, a revolución será global ou non será. É hora de recuperar os nosos espazos públicos para debater e construír entre todas e todos o futuro.

 

O día 19 de xuño chamamos á #Globalrevolution. Chamamos á ocupación pacífica das prazas públicas e á creación de espazos de encontro, debate e reflexión. É o noso deber recuperar o espazo público e decidir xuntos o mundo que queremos.

 

Toma a praza!!! Toma as rúas!!! #Globalrevolution .

People of the World, rise up!!!

takethesquare.net

#takethesquare

#globalrevolution

 

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EUSKERA/VASCO/VASCUENCE

Haserre gaude, ez dugu izenik, ez dugu hitzik. Isilik geunden, baina adi, begira. Ez gora begira, aldeetara baizik, guztiok gauden lekura, batzeko unearen zain.

 

Ez gaitu inolako alderdirik, elkarterik edo sindikaturik ordezten, eta ez dugu halakorik nahi, nork bere burua ordezten baitu. Guztion artean, pertsonak eta izadia interes ekonomikoen gainetik egongo diren mundua nola sortu pentsatu nahi dugu. Ahalik eta mundurik onena sortu eta eraiki nahi dugu. Guztiok batera lor dezakegu eta lortuko dugu. Beldurrik gabe.

 

Herrialde arabiarretan sortu ziren lehenengo txinpartak, ehun milaka lagunek, boterea herriarena dela bertako gobernuei gogorarazteko, plazak eta kaleak hartu zituztenean. Ondoren, islandiarrak kalera atera ziren bere ezinegona adierazteko eta bere etorkizuna erabakitzeko eta, handik gutxira, espainiar herriak auzo, herri eta hirietako plazak hartu zituen. Orain, ziztu bizian hedatzen ari da sugarra Frantzia, Grezia, Portugal, Italia eta Turkian barrena, Amerika eta Asiatik heltzen den oihartzuna aditu eta egunetik egunera foku berriak nonahi agertzen diren bitartean. Arazoak globalak badira, globala ere izan beharko du iraultzak, edo ez da gertatuko. Dagozkigun espazio publikoak berreskuratzeko garaia da, guztion artean etorkizuna eztabaidatu eta eraikitzeko.

 

Ekainaren 19an #Globalrevolution. iraultza egiteko deialdia zabaltzen dugu. Plaza publikoak modu baketsuan hartzera eta topaketa, eztabaida eta gogoetarako lekuak sortzera deitzen zaituztegu, espazio publikoa berreskuratzea eta nahi dugun mundua erabakitzea gure eginkizuna baita.

 

Har ezazu plaza!!! Har itzazu kaleak!!! #Globalrevolution .

People of the World, rise up!!!

takethesquare.net

#takethesquare

#globalrevolution

 

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PORTUGUÊS

Somos os indignados, os anônimos, os sem voz. Estávamos em silêncio mas escutando, observando. Não para olhar para cima, onde estão os que ficam com as rendas do mundo, senão para os lados, onde estamos todas e todos, procurando o momento para nos unir.

Não nos representam partidos, associações ou sindicatos. Também não queremos que seja assim, cada qual representando a sí mesmo. Queremos pensar entre todos como criar um mundo onde as pessoas e a natureza estejam por cima dos interesses económico.

Queremos idealizar e construir o melhor dos mundos possíveis. Juntos podemos e realizaremos. Sem medo.

As primeiras faíscas começaram nos países árabes, onde centenas de milhares de pessoas tomaram as praças e ruas relembrando a seus governos que eles (o povo) são o verdadeiro poder. Logo foram os islandeses quem saíram às ruas para poder se expressar e decidir seu futuro; o povo espanhol não demorou em tomar as praças dos bairros, vilarejos e cidades. Agora a chama se estende rapidamente pela França, Grécia, Portugal, Itália e Turquia, enquanto chegam ecos de América e Ásia e novos focos aparecem a cada dia onde seja. Se os problemas são globais, a revolução será global, ou não será. É hora de recuperar os nossos espaço públicos para debater e construir entre todas e todos o futuro.

O dia 19 de Junho convocamos à #Globalrevolution . Convocamos à ocupação pacifica das praças públicas e à criação de espaços de encontros, debates e reflexão. É nosso dever recuperar o espaço público e decidir juntos o mundo que queremos.

 

Tome a praça!!! Tome as ruas!!! #Globalrevolution .

People of the wolrd, rise up!!

takethesquare.net

#takethesquare

#globalrevolution

 

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ÁRABE/ARABIC/ARABE/عربيّة

نحن الساخطون, المجهولون, ليس لنا صوتا. كنّا ساكتين, لكنّنا كنّا نستمع و نعاين. لن ننظر إلى الأعلى,حيث يوجد هم من يديرون العالم, بل إلى الجوانب , حيث يوجد كلّنا ألّذين نبحث عن وقت ألإتّحاد

 

لا يمثّلنا الأحزاب ولا الجمعيّات و لا النقابات, لا سيّما وأنّنا لا نريد هذه الوضع, لأنّ كلّ واحد منّا يمثّل نفسه. نريد أن نفكّر معا عن طريقة لتأسيس عالم حيث سيكون الأشخاص و البيئة على الإهتمامات الإقتصادية. نريد أن نتخيل و أن نبني أحسن العالم من العوالم الممكنة. معا سنستطيع و سنقوم به.

احترقت الشرارات الأولى في البلدان العربية, حيث أخذ مئات آلاف شخص الساحات و الشوارع للتذكير للحكومة إنّ السّلطة للشعب. بعد ذلك رجع الإيسلنديّون إلى الشوارع لإبداء نفسهم و للقرار عن مستقبلهم ؛ لم تأخّر الشّعب الإسباني في أخذ ساحات الأحياء و القرّى و المدن. الآن تمتدّ الفتيلة بسرعة عبر فرنسا و اليونان و البرتغال و تركيا, لمّا يصل أصداء من أميركا و آسيا و تظهر مصادر جديدة كلّ يوم في عدّة أماكن. إذا المشاكل هي إجماليّة, فستكون الثورة إجماليّة أو لن لن تحدّث. هذا هو وقت المناسب للإستعداد أماكننا العامّة للمناقشة و البناء معا المستقبل.

 

ندعوكم إلى #غلوبال ريفولوسيون في يوم ١٩ يونيو ٢٠١١. ندعو الشعب لأخذ الساحات العامّة بسلام و لإحداث مساحات اللقاء و المناقشة و التّفكير. يجب علينا أن نستعيد الأماكن العامّة و أن نقرّر معا عالم الّذي نريده

 

خذ الساحة! خذ الشّوارع!

 

#Globalrevolution .

People of the World, rise up!!!

takethesquare.net

#takethesquare

#globalrevolution

 

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HÚNGARO/MAGIAR

Felháborodottak, névtelenek és szótlanok vagyunk. Csöndben maradtunk, de figyeltünk. Nem azért, hogy felfele nézzünk, azokra, akik a fonalakat szövik, hanem azért, hogy oldalra figyeljünk, ahol mi vagyunk mindannyian és keressünk a pillanatot, hogy egyesüljünk.

 

A pártok, egyesületek vagy szakszervezetek nem képviselnek minket. De valójában nem is akarjuk, hogy így legyen, hiszen mindenki csak saját magát tudja képviselni. Arról akarunk együtt gondolkodni, hogy miképp tudnánk egy olyat világot létrehozni, ahol az emberek és a természet a gazdasági érdekek felett áll. Létre akarjuk hozni a világok legjobbikát. Együtt meg tudjuk ezt tenni és meg fogjuk tenni. Félelem nélkül.

 

Az első tüntetések az arab országokban voltak, ahol százezrek vonultak az utcákra, hogy emlékeztessék a kormányt, hogy valójában a népé a hatalom. Nem sokkal később az írek tüntettek azért, hogy maguk dönthessenek a jövőjükről és a spanyolok sem késlekedtek, hogy az utcákat és tereket birtokukba vagyék.

 

Mostanra az elégedetlenség lángja gyorsan továbbterjedt más országokra is, úgy mint Franciaország, Görögország, Portugália, Olaszország és Törökország. És eközben kezd terjedni Latin-Amerikában és a világ más országaiban is. Ha a problémák globálisak, a forradalom is az lesz. A pillanat elérkezett, birtokba kell vennünk az utcákat és tereket, hogy beszélgessünk és együtt létrehozzuk a jövőt.

 

Június 19-re tehát a #Globalrevolution-ra hívunk. Arra hívunk, hogy békésen foglaljuk el a köztereket, teremtsünk találkozási lehetőségeket és vitassuk meg a legfontosabb kérdéseket. A mi feladatunk, hogy visszaszerezzük a köztereinket és együtt eldöntsük, hogy milyen világot

szeretnénk.

 

Foglald el a tereket ! Foglald el az utcákat !

People of the World, rise up!!!

takethesquare.net

#takethesquare

#globalrevolution

 

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JAPONÉS

私たちは無声匿名、義憤の人々です。サイレント証人の我々は無言で聞いて見つめていました。そうしても、世の中の手綱を保持している権力者を見上げるわけではなく、辺りを見回す我々は皆を団結する瞬間を探していました。

 

政 党や組織や労働組合などは私たちの代弁をすることは出来ません。とにかくそんな事は欲しくない、なぜなら我々はそれぞれが自分自身の代表者であり、という わけでそれぞれの自分自身の代弁をしになったのです。人間や自然環境は経済的利益よりも優先される世界を作成するように方法を皆で考案したいと思います。

 

我々はすべての可能な世界最高が作成するのが欲しいのです。共にし、皆一緒、何でも出来ます。恐れることなく。

 

最 初の火花はアラブ諸国で点火した。何十万もの人々は、彼らが本当の力されていることが政府を思い出させるように通りや広場にかかった。次はアイスランド 人。自分自身を表現し、その将来を決定する街頭に出かけることになった。スペイン人は間も無く地区、町や都市の場所を取った。

今 のところ、この自由や正義を求める自己決定の公民権運動は人々の心に熱狂を燃えたたせ、波のように フランス、ギリシャ、ポルトガル、イタリア、トルコ、ヨーロッパ 全体で高速を持って広がって、米州にもアジアにも、新しい外灯はどこにでも毎日点灯していく。問題はグローバルなので、必ずグローバルな大変革をしなけれ ばなりません。それは私たちの公共空間を取り戻し、共に審議し、未来を一緒にビルドまでの時間です。

 

6月19日に#Globalrevolutionをするために呼び出します。我々は公共の場所の平和的占領をする ために呼び出し、討論や反射用の対話スペースを作成する求めからです。公共のスペースを取り戻すし、望む世界を一緒に決定する我々の義務です。

 

広場を取ろう!!! 通りを取ろう!!! #Globalrevolution .

People of the World, rise up!!!

takethesquare.net

#takethesquare

#globalrevolution

 

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BÚLGARO Призив

Ние сме възмутените, анонимните, тези без глас. Стояхме мълчаливи, но слушайки, наблюдавайки. Не за да гледаме нагоре, там където са тези които държат юздите на света, а за да погледнем встрани около нас, където сме всички ние, търсейки момента в които да се уединим.

 

Не ни представляват партии, асоциации или синдикати. Нито пък искаме така да бъде, защото всеки сам представлява себе си. Опитваме се да мислим всички заедно как да създадем един свят в който хората и природата да бъдат над икономическите интереси. Искаме да измислим и построим най добрият от всички възможни светове. Заедно можем и ще го направим. Без страх.

 

Първите искри пламнаха в арабските страни, където стотици хиляди хора превзеха улиците и площадите, напомняйки по този начин на техните правителства че те са истинската сила. След това бяха исландците, които излязоха на улицата за да се изразят и да решат бъдещето си, испанският народ не се забави да превземе площадите на квартали, села и градове. Сега пламъкът се разгаря из Франция, Гърция, Португалия, Италия и Турция, идва ехо от Америка и Азия и нови точки изникват всеки ден по цял свят. Ако проблемите са глобални, то революцията ще бъде глобална или няма да бъде. Време е да си възвърнем публичните места за да обсъдим и решим всички заедно бъдещето.

 

Правим призив за #Globalrevolution на 19 юни. Привикваме към мирно окупиране на публичните площади и създаване на места за среща, обсъждане и размишление. Наш дълг е да си възвърнем публичното пространство и заедно да решим светът които желаем.

 

Превземи площада!!! Превземи улиците!!! #Globalrevolution.

People of the World, rise up!!!

takethesquare.net

#takethesquare

#globalrevolution

 

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GERMAN\DEUTSCH

Wir sind die Empörten, die Anonymen, die Stimmlosen. Wir waren da, ruhig aber aufmerksam, am beobachten. Nicht um nach oben zu schauen, wo andere die Zügel der Welt halten, sondern von den Seiten, wo wir den richtigen Moment gesucht haben um uns zu vereinen.

 

Wir vertreten keine politischen Parteien, Verbände oder Gewerkschaften. Ebenso wenig wollen wir das, weil jeder sich selbst vertritt. Wir wollen zusammen eine Welt schaffen, wo die Menschen und die Natur an erster Stelle sind und nicht die wirtschaftlichen Interessen.

Wir wollen die bestmögliche Welt schaffen. Gemeinsam können wir es und wir werden es tun. Ohne Angst.

 

Die ersten Funken haben in den arabischen Ländern gesprüht, wo tausende Menschen auf den Straßen und Plätzen protestiert haben, um der Regierung daran zu erinnern, wo die Macht eigentlich liegt.

Die nächsten waren die Isländer, die auf die Straßen gingen, um ihre Meinung zu sagen und über ihre Zukunft zu entscheiden

Und es hat nicht lange gedauert, bis das spanische Volk Plätze in Städten und Gemeinden besetzt haben.

Nun verbreitet sich diese Flame rasch auch über Frankreich, Griechenland, Portugal, Italien und der Türkei und es findet Anklang auch in Amerika und Asien, wo neue Demonstrationen überall ausbrechen. Nur eine globale Revolution kann globale Probleme bekämpfen. Es ist die Zeit gekommen, unsere öffentlichen Räume zurückzufordern, um zu diskutieren und um eine neue Zukunft zusammen zu schaffen.

 

Das ist ein Aufruf für die #Globalrevolution am 19. Juni. Wir fordern die friedliche Besetzung von öffentlichen Plätzen und die Schaffung von Räumen für Dialog, Diskussion und Reflexion.

Es ist unsere Pflicht, den öffentlichen Raum wieder zu besetzen und über die Welt zu entscheiden in der wir leben wollen.

Besetzt die Plätze! Besetzt die Straßen! #Globalrevolution.

 

People of the World, rise up!

Völker der Welt, erhebt euch!

takethesquare.net

#takethesquare

#globalrevolution

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SPAIN: https://www.facebook.com/event.php?eid=153698604701086


AUSTRIA:
- Graz https://www.facebook.com/event.php?eid=229376800406440


BELGIUM: https://www.facebook.com/event.php?eid=228619580497032


CHECK REPUBLIC:
- Praga: https://www.facebook.com/event.php?eid=214234375274746


DENMARK:
- Copenhagen: https://www.facebook.com/event.php?eid=200333033344048


FRANCE: https://www.facebook.com/event.php?eid=136279673115289
GREECE (12 & 19): http://www.facebook.com/event.php?eid=212225855475383
GERMANY
- Berlin https://www.facebook.com/event.php?eid=129587350453866
- Düsseldorf: https://www.facebook.com/event.php?eid=172798696115075
- Stuttgart https://www.facebook.com/event.php?eid=222367024457488


IRELAND
- Dublin: https://www.facebook.com/event.php?eid=123638041052621
- Limerick: https://www.facebook.com/event.php?eid=218240811531155


ITALY: http://www.facebook.com/event.php?eid=221007691260455
- Bologna: https://www.facebook.com/event.php?eid=115656721855492


JAPAN: https://www.facebook.com/event.php?eid=104830119609347


LUXEMBURG https://www.facebook.com/event.php?eid=221198454572028


NETHERLANDS:
- Amsterdam: https://www.facebook.com/event.php?eid=121420077943787


NORWAY
- Oslo: https://www.facebook.com/event.php?eid=216587508374443


POLAND:
- KRAKÓW: https://www.facebook.com/event.php?eid=168356929895674


PORTUGAL:
- LISBOA: https://www.facebook.com/event.php?eid=160683883998450
https://www.facebook.com/event.php?eid=160683883998450


ROMANIA
- Bucarest http://www.facebook.com/pages/Democratie-Reala-Acum/210919625615209
- Cluj Napoca: http://www.facebook.com/event.php?eid=209668659071927
- Timisoara http://www.facebook.com/event.php?eid=207305382639432


SERVIE: https://www.facebook.com/event.php?eid=229724920371747


SWEDEN:
-Stocholm: https://www.facebook.com/event.php?eid=216743315023253


SWITZELAND
- Bern: https://www.facebook.com/event.php?eid=206340512736754


UK:
- London: https://www.facebook.com/event.php?eid=190946090957542
- Manchester:https://www.facebook.com/event.php?eid=231473690201735

 

 

 

 

 

[Traduzione di Ario Libert]

 

 

 

 

 

 

LINK al post originale:
Appel mondial à la #globalrevolution le 19 juin!

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31 maggio 2011 2 31 /05 /maggio /2011 08:00

 

Un Anziano Alto Responsabile Americano: Bin Laden è morto nel 2001

 

 

L'11 settembre un'operazione sotto falsa bandiera.


osama_obama_yes.jpg
Obama Barak Laden?


osama_bush_laden.jpg
Osama Bush Laden?

di Paul Joseph Watson

Bin Laden è morto nel 2001 per una malattia genetica degenerativa, la Sindrome di Marfan, gli USA/CIA lo sapevano, nessuna prova è stata mai fornita per la sua responsabilità negli attacchi dell'11 settembre e per ovvi motivi, si trattava di un'operazione interna detta sotto falsa bandiera, e la foto del suo cadavere non è sicuramente bella  avedersi quasi dieci anni dopo la sua morte vera, ragione per la quale Obama non vuola mostrarla.

  Tutto il mondo (intelligente) ne ride.

Steve R. Pieczenik anziano aiuto assistente al segretario di Stato per tre diverse amministrazioni dice che è pronto a fornire ad un Grand Jury Federale il nome di un generale di fama che gli ha detto che l'11 Settembre era un'operazione sotto falsa bandiera.
Un anziano alto responsabile del governo USA, il dottor Steve R. Pieczenik, un uomo che ha occupato un gran numero di posizioni influenti sotto tre diverse presidenze e che continua a lavorare per il dipartimento  della difesa ha svelato nel corso della trasmissione "Alex Jones Show", che Osama Bin Laden era morto  nel 2001 e che era pronto a testimoniare davanti ad unGrand Jury come un generale di fama gli aveva detto direttamente che l'11 Settembre era un'operazione sotto falsa bandiera realizzata internamente.
osama_trained_by_the_CIA.jpgAddestrato dalla CIA. Sostenuto dai contributori americani.

Pieczenik non può essere considerato un "teorico della cospirazione". Ha occupato il posto di aiuto assistente al segretario di Stato sotto tre diverse amministrazioni, Nixon, Carter e Ford, lavorando anche sotto Regan e Bush senior, e continua a lavorare come consulente per il dipartimento della difesa. Anziano capitano della US Navy, Pieczenik è stato ricompensato da due pretigiosi riconoscimenti alla Scuola Medica di Harvard (MIT), gli Harry C. Solomon Awards, mentre stava ultimando nel contempo un dottorato di ricerca (PhD) al MIT.

osama_Obama_as_Honest_Abe.jpg
Obama, emulo dell'onesto Abe Lincoln?

Reclutato da Lawrence Eagleburger come aiuto assistente del segretario di Stato per la gestione, Pieczenik ha iniziato a sviluppare "gli elementi di base per una guerra psicologica, il controterrorismo, delle strategie e tattiche per dei negoziati transculturali per il dipartimento di stato USA lecomunità militari e sull'informazione ed altre agenzie del governo USA" sviluppando anche delle strategie fondamentali per il salvataggio di ostaggi che sono stati utilizzati più tardi ovunque nel mondo.

osama_festeggiamenti_-morte_Washington.pngL'ignoranza diffusa universalmente esulta alle buone notizie USA


Pieczenik è servito anche come pianificatore esperto di politica durante i segretariati si stato di Henri Kissinger, Cyrus Vance, George Shultz e James Baker ed ha lavorato per la campagna elettorale di G. W. Bush contro Al Gore. I suoi stati di servizio accreditano il fatto che è uno degli uomini più profondamente legati ai circoli informazioni di questi ultimi tre decennie più.
Il personaggio Jack Ryan che appare in un gran numero di romanzi di Tom Clancy ed è stato anche interpretato da John Ford nel celebre film del 1992 Patriot Games è tratto dalla vita di Pieczenik.
osama_obama-pompiere.jpg

Nell'aprile del 2002, Pieczenik ha detto nel corso della trasmissione "Alex Jones Show" che Bin Laden era già "morto da mesi" e che "il governo aspettava il momento politico più opportuno per mostrare il suo cadavere".  Pieczenik è in grado di saperlo avendo personalmente incontratoi Bin Laden e lavorato con lui durante di proxy contro i Sovietici in Afghanistan negli anni 80.

osama_bush_bin_laden.jpgBin Laden, un personaggio per tutte le stagioni, il capro espiatorio per eccellenza.


Pieczenik ha detto che Bin Laden è morto nel 2001, "non perché delle forze speciali l'hanno ucciso ma perché in quanto medico so che dei medici della CIA lo avevano curato ed era scritto nello schedario dei servizi segreti che egli aveva la sindrome di Marfan" aggiungendo che il governo USA sapeva che Bin Laden era morto prima che invadessero l’Afghanistan.
Sindrome di Marfan

È una malattia genetica degenerativa per la quale non vi è cura definitiva. La malattia riduce drasticamente la speranza di vita del paziente. "È morto per la sindrome di Marfan, Bush junior lo sapeva, la comunità informativa lo sapeva" ha detto Pieczenik facendo notare che dei medici della CIA avevano visitato Bin Laden nel luglio 2001 all'Ospedale Americano di Dubai.

"Era già molto malato per la sindrome di Marfan ed era già agonizzante dunque nessuno ha dovuto ucciderlo" ha aggiunto Pieczenik, dichiarando che Bin Laden era morto poco dopo l'11 Settembre nel suo complesso sotteraneo di Tora Bora.

osama_personaggio_d-avventura.jpgIl personaggio Bin Laden: un mondo di avventure...


"La comunità informativa o il medico della CIA erano al corrente erano al corrente della sua situazione? La risposta è sì, categoricamente sì", ha detto Pieczenik, riferendosi all'affermazione di Domenicarifrente che Bin Laden è stato ucciso nel suo bunker in Pakistan aggiungendo "tutto lo scenario in cui vedete un gruppo di persone sedute e che guardano uno schermo in modo molto concentrato è una stupidità" intendendo riferirsi alle immagini fornite dalla Casa Bianca che affermavano di mostrare Biden, Obama e Hillary Clinton che guardavano in diretta su uno scehrmo TV l'operazione per uccidere Bin Laden.

"È una totale falsificazione, per far credere, siamo nel teatro dell'assurdo americano... perché facciamo di nuovo questo... 9 anni prima quest'uomo era già morto... perché il governo deve mentire incessantemente al popolo americano" si è chiesto Pieczenik. "Osama Bin Laden era veramente morto dunque non è possibile che abbiano attaccato o si siano confrontati ed abbiano ucciso Bin Laden" ha detto Pieczenik, scherzando sul fatto che il solo modo che ciò possa essersi prodotto è se le forze speciali avevano attaccato una camera mortuaria.

osama_made_usa.jpg

Pieczenik ha detto che la decisione di lanciare orala bufala è che Obama era al minimo nei sondaggi ed il fatto che il problema del suo certificato di nascita stava per esplodergli in faccia (alcuni affermano che sia un falso). "Doveva provare che era più che Americano... Doveva essere aggressivo" ha detto Pieczenik, aggiungendo che la farsa era anche un modo di isolare il Pakistan in rappresaglia all'intensa opposizione al programma di droni Predator che ha ucciso centinaia di Pachistani.

osama_maschera.jpg
"È orchestrato voglio dire quando avete delle persone sedute in cerchio e che guardano una sitcom nel centro delle operazioni della Casa Bianca e che avete un presidente uscente quasi come un fantasma che sostiene che aveva appena ucciso Osama Bin Laden che è morto già da nove anni" ha detto Pieczenik, qualificando quest'episodio come la "più grande falsificazione di cui abbia mai inteso parlare, voglio dire che è assurdo". 
 
osama_idra_di_lerna.png
 
Rifiutando il resoconto del governo sull'assassinio di Bin Laden come uno "scherzo malsano" fatto al popolo americano, Pieczenik ha detto "sono disperati se devono rendere credibile Obama, negando il fatto che è possibile che non sia nato qui, ogni questione riguardante il suo passato, ogni irregolarità del suo passato, allo scopo di renderlo inconfutabile... affinché sia rieletto presidente, perché il pubblico americano sia di nuovo ingannato". L'affermazione di Pieczenik che Bin Laden sia morto quasi dieci anni fa è sostenuta da numerosi professionisti delle informazioni così come da capi di stato nel mondo. Bin Laden "è stato utilizzato allo stesso modo in cui l'11 settembre è stato utilizzato per mobilitare le opinioni del popolo americano per lanciarsi in una guerra che doveva essere giustificata da una storia che Bush junior ha creato e che Cheney ha creato sul mondo del terrorismo" ha dichiarato Pieczenik.

osama_obama_surfing.gif
Durante l'intervista per "Alex Jones Show", Pieczenik ha affirmato anche che un generale rinomato gli ha detto direttamente che l'11 Settembre era un abbassamento volontario di vigilanza ed un'operazione sotto falsa bandiera e che egli è pronto di andare davanti ad un Grand Jury (Commissione) per rivelare il nome del generale. "Hanno eseguito gli attacchi" ha detto Pieczenik, soprattutto Dick Cheney, Paul Wolfowitz, Stephen Hadley, Elliott Abrams, e Condoleezza Rice tra gli altri comese fossero i diretti interessati."Si è chiamato questo un abbassamento volontario di vigilanza, un'operazione sotto falsa bandiera per mobilitare il pubblico americano sotto falsi pretesti... ciò mi è stato detto da un generale facente parte del personale di Wolfowitz- andrei davanti ad un comitato federale e giurerei a mano alzata dando il nome dell'individuo in modoche si possa spezzare la vergogna che circonda questa storia" ha detto  Pieczenik aggiungendo che era "furioso" e sapeva "che ciò si era verificato".


osama_sala_trucco.jpg
 
"Ho insegnato quest'abbassamento volontario di vigilanza e le operazioni sotto falsa bandiera al collegio nazionale di guerra, l'ho insegnato a tutti i miei agenti, dunque so precisamente ciò che è stato fatto al puibblico americano" ha aggiunto. Pieczenik ha reiterato la sua volontà di rivelare davanti ad un Tribunale Federale il nome del generale che gli ha detto che l'11 Settembre era un lavoro interno "affinchépossiamo rivelare questo giuridicamente non con la stupida Commissione del 11 Settembre, un'assurdità". Pieczenik ha spiegato che non era un liberale, un conservatore o un membro del tea party, soltanto un Americano profondamente inquieto di vedere in quale direzione il suo paese si dirigeva.
 
Paul Joseph Watson

Paul Joseph Watson è editore di  Prison Planet.com di cui redige gli articoli. È l'autore di "Order Out Of Chaos" e ospite regolare dell'emissione "Alex Jones Show".

[Traduzione di Ario Libert]
LINK al post originale in inglese, tradotto in francese da Mireille Delamarre:
Top US Government Insider: Bin Laden Died In 2001, 9/11 A False Flag
 

Un ancien Haut Responsable Américain: Ben Laden Est Mort En 2001. Le 11 Septembre Une Opération Sous Faux Pavillon

 

 

 

LINK ad articoli italiani:

Sulla Parola
 

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