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13 settembre 2013 5 13 /09 /settembre /2013 07:00
La svolta genocidiaria di Heidegger
heidegger-in-Heildelberg-1933
Aver saputo scrivere in quanto "filosofo" durante gli anni 30 ciò che doveva diventare il nazismo pone Heidegger fuori dalla portata di ogni ricerca relativa alla genealogia del genocidio?

Ciò costituisce un motivo per praticare una forma che si suppone essere giustificata del negazionismo?
"Leggere in quanto filosofo" Heidegger, come suggerisce Elisabeth de Fontenay, consiste a fare il gioco della trasposizione come "filosoficamente corretto" dell'immondo nazional-socialismo?

Per PhiblogZophe la famosa svolta di Heidegger- die Kehre- che ci viene da moltissimi anni presentato come un evento puramente intrafilosofico, e di una portata spirituale all'altezza dell'importanza dell'opera heideggeriana (come passaggio, soprattutto, da una fenomenologia ad un'ermeneutica del Dasein [*], non è in realtà, ma è qui tutto il suo errore, che l'integrazione "ontologica" del programma hitleriano dello sterminio nel cuore dell'università tedesca.

Discorrendo nell'Introduzione alla metafisica sul senso effettivo dell'essere- "cosa ne è dell'essere! - attraverso il motivo del (ri)cominciamento del "nostro essere-là spirituale" Heidegger conclude un paragrafo precisando: "Se c'è una cosa che la ripetizione  così come la intendiamo, la ri-chiesta, non è, è sicuramente la continuazione migliorata dell'usuale con i mezzi usuali".

Ho smesso di credere a babbo Natale quando spiega che i mezzi non usuali preconizzati da Heidegger sarebbero in realtà quelli del pensiero puro.

La ricerca di questi mezzi non usuali condurrà alla Shoah attraverso le pallottole poi alla creazione del sistema della deportazione avente come "centro" la camera a gas.

La Introduzione fa eco a quel passaggio di Heidegger citato da E. Faye: "Il nemico è quello là, è chiunque faccia aleggiare una minaccia essenziale contro l'esistenza del popolo e dei suoi membri. Il nemico non è necessariamente il nemico esterno, e il nemico esterno non è necessariamente il più pericoloso. (...) Il nemico può essersi innestato sulla radice più interna dell'esisitenza di un popolo, ed opporsi all'essenza propria di quest'ultimo, agire contro di esso. Tanto più tagliente e duro e difficile è allora la lotta, perché soltanto una parte infima di questa consiste in colpi reciproci; è spesso molto più difficile e laborioso reperire il nemico in quanto tale, di portarlo a smascherarsi, di non farsi illusioni sul suo conto, di tenersi pronto all'attacco, di coltivare e accrescere la disponibilità costante e di iniziare l'attacco dal lungo termine, con l'obiettivo dello sterminio totale".

Verrà un giorno in cui numerosi lettori "filosofi" di Heidegger appariranno per essere stati ingannati con una facilità sconcertante ed impensabile da parte, appunto, di "filosofi".
Quando Heidegger termina l'Introduzione con questa riflessione: "Essere e tempo designa una meditazione di questo genere, non un libro ma, ciò che è proposto come un compito", egli non fa in realtà che precisare il contenuto genocidiario della "svolta".
Ora, nel 1935, ciò rimane ancora un progetto abbastanza vago.
Egli "temporizza": "Si deve intendere con ciò quello che noi non sappiamo o che, se lo sappiamo autenticamente, e cioè come compito proposto, sappiamo soltanto sul modo del questionare (fragend)".
Bisogna pure che l'immondo, perché tale è anche il senso della svolta, sia "rilevato" nel suo contrario. Egli acquisisce qui la dignità del questionare filosofico. In modo da permettere, effettivamente, una "lettura filosofica", all'occorenza idiota e negazionista.
Anche se questo questionare è a proposito dell'essere, dunque del (ri)cominciamento, dunque dei mezzi non usuali...
Si obietterà: sì ma cosa ne è della problematica del tempo? Giustamente essa è relegata da Heidegger dall'idea di questo (ri)cominciamento della provenienza del Dasein in virtù del quale è "giustificato" il genocidio.
Bisogna ammettere che, per Heidegger, il Dasein, e il Dassein tedesco così come è chiamato a svolgersi nel nazismo, è "la misura di tutte le cose". Compreso il tempo?
SKILDY

[Traduzione di Ario Libert]
 

LINK al post originale:

 

Le tournant génocidiaire de Heidegger

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