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17 settembre 2011 6 17 /09 /settembre /2011 07:00

Raymond Aron

 

 


 

 

aron_levine1.png

Difensore dell’atlantismo

 

 

 

di Denis Boneau


aron_kissinger.jpgDurante la Guerra fredda, Raymond Aron fu uno dei principali elementi di raccordo della diplomazia culturale degli Stati Uniti in Francia. Per più di trenta anni, ha partecipato attivamente a diverse operazioni di ingerenza pilotate dai servizi segreti statunitensi. Ha così contribuito al successo ideologico del Congresso per la libertà della cultura. Amico di Friedrich von Hayek, consigliere di Kissinger, ha saputo creare, nel solco della sua azione intellettuale, una vera scuola di pensiero, liberale, anticomunista ed atlantista di cui la Fondazione Saint-Simon costituisce una delle metamorfosi.

 

sartre_levine2.pngNato nel 1905, Raymond Aron appartiene ad una vecchia familia ebraica alsaziana. Uno dei suoi lontani antenati curava Luigi XIV. L'albero genealogico della sua famiglia rivela inoltre dei legami di parentela con Émile Durkheim, padre della sociologia francese, e suo nipote, l'antropologo Marcel Mauss. Allievo alla Normale, compagno di scuola di Sartre, Canguilhem e Nizan, Raymond Aron è socialista e pacifista. Partecipa senza brillare alla vita politica studentesca del Quartiere latino degli anni 20. Parte per la Germania dove esercita la funzione di lettore all'università di Colonia; è successivamente reclutato dall'Istituto francese di Berlino. Assiste all'ascesa dell'antisemitismo ed alla presa del potere di Adolf Hitler. Nel 1933, rientra in Francia ed è accolto dal Centro di documentazione sociale diretto da Célestin Bouglé. Il caso vuole che succeda a Marcel Déat, futuro fondatore del Rassemblement national populaire, movimento collaborazionista durante l'Occupazione. Il Centro, ubicato in rue d’Ulm, riceve dei finanziamenti dalla Fondazione Rockefeller. Raymond Aron vi allaccia delle relazioni con Robert Marjolin, un economista formatosi negli Stati Uniti grazie ad una borsa ottenuta da Rist e Bouglé, i due contatti permanenti della Fondazione Rockfeller in Francia [1]. 

 

 

Primi passi a Londra



levie_degaulle.pngDopo la mobilitazione, Aron lascia la Francia per installarsi a Londra. Sin dal suo primo soggiorno, incontra con la mediazione del suo amico Robert Marjolin la squadra di Jean Monnet. È in seguito reclutato da André Labarthe, incaricato dal generale de Gaulle di creare una rivista della Resistenza: La France libre di cui Aron diventa uno dei redattori più dinamici. La rivista gli permettedi sviluppare delle idee che saranno il leitmotiv del suo impegno politico durante la Guerra fredda. In un articolo del 1944, Raymond Aron dà una forma primitiva alla retorica anti-totalitaria che diventerà il discorso quasi ufficiale della intelligentsia anticomunista. Le tre grandi correnti "pagane" del periodo contemporaneo, il socialismo, il comunismo ed il nazismo, sono così designate come tre rappresentazioni dell'ideal-tipo di "religione secolare". Aron si distingue soprattutto criticando apertamente il generale de Gaulle, soprattutto in un articolo del 1943 intitolato L’ombra di Bonaparte. I rapporti che mantiene con Labarthe sono cordiali. Ciò che Aron ancora non sa, è che il responsabile di La France libre sarà più tardi sospettato, soprattutto dall'atlantista Henri Freney, di essere un agente sovietico appartenente alla rete Harry Robinson.

 

la_France_libre.jpegA Londra, Raymond Aron incontra i futuri alleati della Guerra fredda. Frequenta assiduamente il Reform club animato da Lionel Robbins e Friedrich von Hayek che prepara la costruzione della Società del Monte Pellegrino. Karl Mannheim gli propone un posto alla London School of Economics and Political Studies, prestigioso bastione dei liberali (Mises, Hayek) finanziato dalla Fondazione Rockefeller. L’impegno di Aron nel movimento gaullista durante la guerre non è abbastanza intenso per valergli ifavori del generale che non apprezza le critiche formulate dal giovane intellettuale. Aron vede Vichy come una parentesi nella storia e non ha mai condannato la Rivoluzione nazionale. Si fece spesso, in diversi momenti, il difensore dei petainisti, soprattutto durante la polemica suscitata dal libro di Bernard-Henri Lévy, L’idéologie française [L'ideologia francese]. Per Aron, Traditori i collaborazionisti, sì; traditori i fautori della Rivoluzione nazionale, certamente no. Coloro che rimpiangono oggi a freddo che l'epurazione non abbia colpito tutti i fautori della Rivoluzione nazionale in quanto tali si comportano da sostenitori della guerra civile. Anche nel 1941, non mi abbandonavo a queste basse passioni" [2].

 

 

Giornalismo e politica


Le-Figaro-1950.jpegAlla Liberazione,deluso dai suoi insuccessi universitari, Raymond Aron si dedica alle attività giornalistiche e politiche. Scrive in Point de vue, Combat e soprattutto Le Figaro diretto da Pierre Brisson, anziano collaboratore di Lucien Romier morto durante la guerra dopo essere stato ministro dello Stato francese [3] nel 1943. La linea politica del Figaro è apertamente  filo-statunitense. Anticomunista, a favore dell'Alleanza atlantica e della costruzione europea, Raymond Aron acquisisce sulle colonne del giornale una legittimità intellettuale indiscutibile. È una delle quattro grandi firme insieme ad André Siegfried, professore all'Institut d’études politiques de Paris; François Mauriac che lo segue al Congrès de la liberté de la culture e André François-Poncet che sostituisce il generale Koening come capo delle autorità di occupazione poi ambasciatore presso la Repubblica federale tedesca.

 

RPF.jpgCompie parallelamente la sua prima esperienza politica diventando alla Liberazione il direttore di gabinetto del ministro dell'informazione, André Malraux. Lavora con Jacques Chaban-Delmas, Manès Sperber e Jean Lecanuet. Fa effettuare dei sondaggi all'IFOP, recentemente creata da Jean Stoetzel, un anziano membro della Fondation Alexis Carrel [4]. Nel 1947, aderisce all'RPF. Alle assise di Lille, è incaricato per un intervento su ciò che il generale chiama "l'associazione" (la divisione capitale/lavoro in seno all'impresa), concetto chiave della "terza via" economica rivendicata da de Gaulle.

 

 

Guerra fredda e riflessione politica

 

opium.jpgIl pensiero politico di Raymond Aron è profondamente radicato nel contesto della Guerra fredda. Il principale obiettivo delle sue pubblicazioni consiste nell'allineare gli intellettuali neutri, e cioè non appartenenti né al Partito comunista ma che manifestano una simpatia per l'ideologia marxista, ciò che Aron designa durante una comunicazione alla Società del Monte Pellegrino "il pregiudizio favorevole all'Unione sovietica". L'Opium des intellectuel [L'Oppio degli intellettuali] testimonia questa volontà di convincere la sinistra non-comunista. Aron, ispirato dalle tesi dei New York Intellectuals, vi annuncia la fine delle ideologie ed esorta gli intellettuali a rompere con il socialismo.


grand-schisme.jpgDifensore della libertà nel mondo di fronte a dei partiti comunisti che "con o senza internazionale, con o senza Kominform, rappresentano una cospirazione permanente, destinata ad aprire una via all'imperialismo russo-sovietico", gli Stati Uniti rappresentano per l'autore di Le Grand schisme [Il Grande Scisma] il benevolo impero in guerra per la libertà: "La classe dirigente degli Stati Uniti non ha desiderato l'egemonia che le si è schiusa non appena il potenziale della Repubblica americana si è trasformata in forza militare [...]. La diplomazia sovietica ha suscitato in reazione una volontà di contenimento, lo sforzo per fermare l'espansione del rivale, non ha suscitato una volontà di dominio, a meno di impiegare questo termine per designare lo sforzo per allargare la zona aperta agli scambi liberi [5]".

 

Raymond Aron agisce come l'elemento di raccordo della diplomazia statunitense in Francia. Amico e consigliere di Henry A. Kissinger che lo considera come il suo maestro [6] e di George Kennan, padre della dottrina del contenimento, Aron è incontestabilmente il migliore appoggio di cui dispongono i servizi culturali statunitensi in Francia.


 

 

Raymond Aron, il capofila francese del Congresso per la libertà della cultura


aron_les_guerres_en_chiane.jpgNel giugno del 1950, a Berlino, Melvin Lasky organizza la prima riunione internazionale di ciò che diventerà il Congresso per la libertà della cultura [7]". L'iniziativa è sostenutada intellettuali anticomunisti raccolti in "un comitato non-ufficiale e indipendente" di cui Aron è membro. La riunione di Berlino sfocia in un embrione organizzativo: Arthur Koestler scrive il Manifesto agli uomini liberi ed un testo redatto da Henri Freney prevede la creazione di un comitato internazionale dotato di un segretariato permanente e di comitati nazionali. Sin dal novembre 1950, cinque supplenti sono nominati allo scopo di completare la lista dei membri del comitato esecutivo. In questa occasione, Raymond Aron entra nelle istanze dirigenti del Congresso per la libertà della cultura. Ne diventa rapidamente una delle personalità più influenti.  intimo di Michaël Josselson [8], intermediario tra la CIA e gli intellettuali. e i suoi libri- soprattutto Le Grand schisme [Il Grande scisma], L’Opium des intellectuels [L'Oppio degli intellettuali] e Les Guerres en chaîne [Le Guerre a catena]- costituiscono delle opere di riferimento per l'intelligentsia anticomunista.


 

aron_la_moglie_Josselson_CIA_de_Rougemont.jpgRaymond con la moglie Suzanne ed il loro ufficiale di collegamento con la CIA, Michael Josselson, e a destra Denis de Rougemont


 

aron_Koestler_Brown_James-Burnham.-.gifAron impianta solidamente il Congresso in Francia e contribuisce a diffondere le tesi dei New York Intellectuals permettendo la traduzione di L’Ère des organisateurs [L'era degli organizzatori], manifesto dell'organizzazione scritto dal suo amico James Burnham. È sollecitato ad organizzare o partecipare ad alcune riunioni patrocinate dal Congresso. Nel 1954, durante delle Giornate di studio a Nizza, la sua comunicazione si intitola Visages du communisme en France et en Italie [Volti del comunismo in Francia ed in Italia]. Molto implicato nelle attività del Segretariato internazionale preso in mano da Josselson e Nabokov, due anziani ufficiali dei servizi culturali dell'esercito americano a Berlino, Raymond Aron prepara la Conferenza di Amburgo con Sidney Hook e Jacques Enock. durante questo meeting, Aron presenta un esposizione sui Les concepts de vérité de classe et de vérité nationale dans les sciences sociales [Concetti di verità di classe e di verità nazionale nelle scienze sociali] ed è designato membro del Comitato Scienza e Libertà,un organismo dipendente dal Congresso costituito da quattordici personalità. Prepara in seguito, con Josselson, Nabokov, Polanyi, Jouvenel e Kristol, la Conferenza di Milano: L’avenir de la liberté [l'avvenire della libertà].


aron_bell_daniel.jpgIl 1955 è un anno decisivo per Aron perché è uno degli intellettuali centrali della Conferenza di Milano ma anche perché, lo stesso anno, è nominato alla Sorbon a e pubblica L’Oppio degli intelletuali, vera caricature contro i pensatori filosovietici. Da questa conferenza emerge un nuovo organo del Congresso: il Comitato dei seminari di cui Aron è logicamente uno dei perni. In un primo tempo, Daniel Bell, un sociologo dell'università della Columbia arrivato di recento in Francia, coordina le attività del Comitato comprendente Aron, Jouvenel, Polanyi e Edward Shils (della London School of Economics).

 

 

 

aron_Michael-Polanyi-addressing-the-Congress-of-Cultural-Fr.jpgCongresso per la libertà della cultura, Milano, 1956. L'oratore è Michael Polanyi.

 


 

aron_commentaire.gifRaymond Aron sostituisce Bell alla testa del comitato dei seminari e lancia il progetto dei colloqui di Rheinfelden. La pubblicazione delle comunicazioni dei colloqui di Settembre 1959 è assicurata da Jean-Claude Casanova, futuro direttore dell'ultra aroniana rivista Commentaire e Pierre Hassner. A Napoli, Aron presidia il colloquio internazionale e presenta una riflessione sullo Développement social et économique des pays méditerranéens [Sviluppo sociale ed economico dei paesi mediterranei]. Il decimo anniversario del Congresso, simbolizzato dalla riunione del 1960, rende evidente il successo della strategia di conquista ideologica di Raymond Aron. Nuovi membri come Edgar Morin, Georges Friedmann o Jean-Marie Domenach illustrano la vittoria della retorica antitotalitaire [9].


aron_memorie.jpgLo scandalo del 1967 che rivela il finanziamento del Congresso da parte della CIA comportano il disimpegno brutale di Raymond Aron. Tuttavia, lungi dal condannare l'impresa, Aron accetta di supervisionare la costruzione di una nuova organizzazione finanziata dalla Fondazione Ford, l’Associazione per la libertà della cultura [10]. Ma, davanti all'ampiezza dello scandalo in Francia, rifiuta l'offerta. François Furet, Michel Crozier ed altri intellettuali sostituiscono Aron che presiederà, dopo lo scandalo, soltanto due seminari: uno a Venezia, L’historien entre l’ethnologue et le futurologue [Lo storico tra l'etnologo ed il futurologo], e l'altro a Bonn, International politics and the future of european-american relations.

 

Malgrado il suo ritiro, Raymond Aron accetta di diventare il presidente onorario del Committee for the Free World, progetto supervisionato da Midge Decter, sposa di Norman Podhoretz, il redattore capo di Commentary, e finanziato dalle fondazioni conservatrici Olin, Scaife e Smith Richardson. Ritornando sul Congresso nelle sue Mémoires [Memorie], Raymond Aron afferma che, il fine giustificando i mezzi, essa fu un'esperienza politica necessaria e positiva: "Avremmo tollerato il finanziamento della CIA, se l'avessimo conosciuto? Probabilmente no, benché questo rifiuto sarebbe stato in ultima analisi irragionevole [...]. Il Congresso non poteva compiere il suo compito- e lo compì con il camuffamento o se si vuole, la menzogna per omissione" [11].

Un universitario conservatore

aron_Bourdieu.jpegParallelamente a quest'intenso impegno politico, Raymond Aron acquisisce delle posizioni dominanti nell'ambiente universitario. Nel 1955, è nominato alla Sorbona. Nel 1961, grazie al sostegno finanziario della Fondazione Ford, crea il Centro di sociologia europea che egli dirige con il suo assitente, un certo Pierre Bourdieu. Il giovane sociologo organizza le ricerche di Sociologia dell'educazione e della cultura. La rottura tra Bourdieu ed Aron interviene dopo la pubblicazione del libro Les Héritiers [Gli Eredi] che diventerà quattro anni più tardi un'opera di riferimento per gli studenti contestatori.

 

aron_Preuves.jpgIl "tradimento" di Pierre Bourdieu non impedisce ad Aron di consolidare la sua impresa sull'intelligentsia liberale cheva ad affollare i suoi seminari alla Sorbona, poi all'École des hautes études en sciences sociales ed al Centre de sociologie européenne: Pierre Hassner, Jean-Claude Casanova, Jean Baechler, Annie Kriegel, Alain Besançon, Pierre Manent, François Bourricaud, Georges Liébert, Jérôme Dumoulin. Rete che egli mobilita durante il maggio 68 allo scopo di contrastatre la piccola rivoluzione e più tardi per sostituire Preuves, la rivista ufficiale del Congresso per la libertà della cultura.

 

Durante gli avvenimenti di maggio-giugno 1968, Raymond Aron simbolizza la reazione conservatrice conservatrice ostile al carnevale studentesca. Ha saputo federare intorno a sé un polo conservatore. Il 30 maggio, saluta la finedelle sommosse con un Vive de Gaulle di sollievo e sfila, con il suo amico ed alleato, Kostas Papaioannou, sugli Champs-Élysées. L'11 giugno, lancia dalle colonne del Figaro un appello alla fine dello sciopero ed alla ripresa dei corsi. Il 19 giugno, pubblica una serie di articoli intitolati La crise de l’université [La crisi dell'università] e crea un Comitato di difesa e di rinnovamento dell'insegnamento francese, la cui missione è di organizzare la ripresa dei corsi ed il sostegno degli esami. Questo Comitato improvvisato comprende, in un primo tempo, un gruppo ristretto di collaboratori vicini ad Aron: dei veterani del Partito comunista come Emmanuel Le Roy Ladurie e Annie Kriegel raggiungono per l'occasione Alain Besançon, Kostas Papaiaoannou, Jean Baechler... Il 21 giugno, il Comitato si riunisce per la prima volta: François Bourricaud, Michel Crozier (allora professore all'università di Nanterre), Raymond Boudon e Julien Freund ne diventano i principali riferimenti all'interno dell'università parigina. Per Aron, il potere non deve arretrare di fronte a ciò che egli chiama "il terrorismo del potere studentesco".

 

aron_sartre_-Glucksman_1979-jpgJean-Paul Sartre, André Glucksman e Raymond Aron, 1979.


aron_revolution.jpgIl suo atteggiamento ostile alla contestazione gli vale di essere interdetto alla parola a rue d’Ulm, le sue sessioni di tesi di laurea sono a volte interrotte. Bersaglio privilegiato degli "arrabbiati", Aron subisce anche la critica del suo antico compagno della École Normale, Jean-Paul Sartre che invita a far cadere "le Bastiglie di Aron". In Agosto, pubblica La Révolution introuvable [La rivoluzione introvabile], violento attacco contro i rivoltosi di maggio 68.

 

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Caricatura di Levine di Raymond Aron

Gli eredi di Raymond Aron

aron_Furet.pngAlla fine degli anni 70, Raymond Aron ha rotto con il Congrès per la libertà della cultura la cui rivista ufficiale, Preuves [12], è moribonda. Si tratta per il vecchio liberale di costruire una nuova tribuna accademica. La rivista Contrepoint diretta da uno dei suoi fedeli, Georges Liébert, accoglie dal 1970 al 1976 numerosi discepoli della scuola aroniana come Pierre Manent. Ma, Commentaire costituirà la tribuna ideale per Aron. Creata nel 1978, supervisionata da Jean-Claude Casanova, la rivista è il degno successore di Preuves. Delle traduzioni di articoli di Encounter e di Commentary testimoniano della funzione di Commentaire di cui alcuni esemplari sono diffusi all'Est, soprattutto in Polonia. La convergenza degli intellettuali di Commentaire e della rivista Le Débat fa nascere nel 1981, per l'impulso di François Furet e di Pierre Rosanvallon, alla Fondation Saint-Simon, vero think tank filo statunitense del dopoguerra [13].


Societe_du_Mont_Pelerin_1947.jpgIl 17 ottobre 1983, Raymond Aron testimonia in favore del suo amico Bertrand de Jouvenel accusato di "nazismo". Il vecchio filosofo dichiara: "È vero che noi, gli uomini di questa generazione, eravamo disperati dalla debolezza delle democrazie. Sentivamo giungere la guerra. Alcuni avevano sognato qualcos'altro, che sopprimesse questa debolezza". Jouvenel ha effettivamente, durante gli anni 30, sognato un nuovo regime. Vedendo in Hitler una Guida economica, ha aderito al Parti populaire français di Doriot. Reclutato dai servizi di informazione, ha in seguito spiato il suo amico Otto Abetz. Alla Liberazione, fonda con Rueff e Hayek l’ultraliberale Société du Mont Pèlerin [14] ed è seriamente implicato nelle attività del Congresso per la libertà della cultura [15].


La difesa del suo amico Jouvenel fu l'ultima dichiarazione pubblica di Raymond Aron che muore per una crisi cardiaca nella vettura che lo attendeva all'uscita del tribunale.

 

Denis Boneau

 

 

 

[Traduzione di Ario Libert]

 

 

 

 

NOTE

 

[1] EHESS: les sciences sociales françaises sous perfusion de la CIA, [EHESS: le scienze sociali francesi sotto influenza della CIA], di Bertrand Chavaux, Voltaire, 7 luglio 2004.


[2] Raymond Aron, Mémoires, 50 ans de réflexion politique, [Memorie, Mondadori, Milano, 1984], 1983, p. 175.

 

[3] "L’État français" è il nome dato da Philippe Pétain al regime di dittatura amministrativa che egli costituì dopo aver abrogato la Repubblica.

 

[4] Uriage, l’école des cadres de la Collaboration, [Uriage, la scuola dei quadri della Collaborazione], di Denis Boneau, Voltaire, 23 aprile 2004.


[5] Raymond Aron, Le Grand schisme [Il Grande scisma], Gallimard, 1948. p. 25.


[6] "Nessuno ha avuto su di me una più grande influenza intellettuale. Egli fu un critico benevolo quando occupavo delle posizioni ufficiali. La sua approvazione mi incoraggiava, le critiche che mi rivolgeva a volte mi frenavano", citazione di Henry Kissinger, dal sito Catallaxia, Libéralisme alternatif.

 

[7] Quand la CIA finançait les intellectuels européens [Quando la CIA finanziava gli intellettuali europei], di Denis Boneau, Voltaire, 27 novembre 2003.


[8] "Michaël Josselson, di origine estone, fu il creatore del Congresso [...]. Ci ha ingannato, potremmo dire, e lo avrebbe riconosciuto se avessimo discusso a fondo con lui [...]. Conservo per lui considerazione, stima [...]. Era di più ed altra cosa di un agente dei servizi segreti. Intellettuale dotato di senso dell'azione, porta la doppia responsabilità della riuscita del Congresso e della menzogna originale". Raymond Aron, Mémoires, p. 238-239.

 

[9] Pierre Grémion, Intelligence de l’anticommunisme, Le Congrès pour la liberté de la culture à Paris [Intelligenza dell'anticomunismo, il Congresso per la libertà della cultura a Parigi], 1950-1975, Arthème Fayard, 1995.


[10] La Fondation Ford, paravent philanthropique de la CIA [La Fondazione Ford, paravento filantropico della CIA], Voltaire, 5 aprile 2004.

 

[11] Raymond Aron è riuscito, in Francia, ad imporre quest'interpretazione del suo impegno nelle attività del Congresso per la libertà della cultura.Evidenziamo che la versione statunitense dell'opera di Frances Stonor Saunders, The CIA and the world of arts and letters, The cultural cold war [Gli intellettuali e la CIA, La guerra fredda culturale, Roma, Fazi Editore, 2007], è più affermativa. La studiosa indica che "Aron felt deeply compromised by the exposure of the Congress as a CIA front, though it is alleged he had been in on the secret for years" , frase sensibilmente modificata durante la traduzione dell'opera in francese politicamente corretto: "Aron si sentì gravemente compromesso quando fu rivelato che il Congrès serviva di copertura alla CIA, ma alcuni pensano che era a corrente da molti anni". In Qui mène la danse? [Chi conduce la danza?] di Frances Stonor Saunders, Éditions Denoël, 2003.


[12] Dal 1951 al 1966, Raymond Aron pubblica una cinquantina di articoli in Preuves, la rivista di Bondy, così come una trentina di traduzioni per Der Monat ed Encounter.


[13] La face cachée de la Fondation Saint-Simon [Il volto nascosto della Fondazione Saint-Simon], di Denis Boneau, Voltaire, 10 febbraio 2004.

 

[14] Friedrich von Hayek, papa dell'ultra-liberalismo di Denis Boneau, Voltaire, 4 marzo 2004.

 

[15] La sua principale eredita è il gruppo Futuribles, un'organizzazione internazionale di previsioni economiche creata grazie ai finanziamenti della Fonazione Ford.

 

 

 

LINK al saggio originale:
 Raymond Aron, avocat de l’atlantisme 

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