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7 marzo 2011 1 07 /03 /marzo /2011 13:11

 

 

 

Friedrich von Hayek, papa dell’ultra-liberalismo


 

hayek.jpg

di Denis Boneau*

 


PinochetL’économista autriaco Friedrich von Hayek si è applicato nel discreditare ogni forma di regolazione dell'economia a motivo che quest'ultima sia troppa complessa perché si pretenda di organizzarla. La sua teoria dello "Stato minimo" è diventata la religione del Partito repubblicano statunitense in opposizione sia al "New Deal" dei Democratici quanto al marxismo dei sovietici. La sua scuola, finanziata dalle fondazioni delle grandi multinazionali, si è strutturata intorno alla società del Monte Pellegrino, ed ha ottenuto sette volte il premio Nobel per l'economia. Essa ha ispirato i governi di Pinochet, Reagan e Thatcher.

 

reagan.jpgIl pensiero economico e politico di Friedrich A. von Hayek si è imposto come fondamento ideologico dell'ordine liberale. È al contempo il prodotto di una storia particolare e di una rete relazionale che si è sviluppata all'ombra delle grandi fondazioni statunitensi.

 

thatcher.jpgHayek è nato a Vienna, nel 1899. La sua giovinezza austriaca è segnata da un clima politico difficile, da scioperi di massa che paralizzano il paese. Egli assiste alla disgregazione   del regime doppiamente minacciato dal populismo, spesso antisemita, e dal socialismo rivoluzionario radicalizzato dall'introduzione delle tesi marxiste. In questo contesto, si appasiona per le tesi della Società fabiana, una corrente riformista e socialista inglese, creata da Beatrice e Sidney Webb, e prefigurante una rivoluzione spirituale. Parallelamente, è iniziato alla filosofia di Ludwig Wittgenstein, principale "animatore" del Circolo di Vienna.

 

Hayek partecipa ai seminari dell'economista Ludwig Von Mises che riunisce attorno a sé dei discepoli che contribuiranno a diffondere la buona novella liberale in Francia (Jacques Rueff, consigliere del generale de Gaulle), in Italia (Luigi Einaudi), in Germania (Wilhelm Röpke, Ludwig Erhard), e in una misura minima negli Stati Uniti (Murray, Rothbard).


Mises.jpgAll'epoca, Mises difende delle idee contro-correnti dalle tesi dominanti dell'intelligentsia austriaca, Hayek lo qualifica come "liberale intransigente isolato". È l'iniziatore della critica della pianificazione che, secondo lui, non può costituire una soluzione economica adeguata in ragione della complessità dei calcoli economici e della mancanza di informazione. Nella sua opera maggiore, Socialism, egli predice lo scacco delle esperienze socialiste: la pianificazione non può condurre che al caos o alla stagnazione. Professore a Vienna (1913-1938), poi a New York (1945-1969), Mises è il fondatore della corrente neo-austriaca che si sviluppa surante gli anni Settanta del XX secolo. Vicino alle reti statunitensi in Europa occidentale (la Fondazione Rockfeller ed il National bureau of economic research hanno finanziato due dei suoi libri pubblicati nel 1944, Omnipotent Government: the Rise of the Total State and Total War e Bureaucraty).  Cercando di diffondere le sue teorie, appoggiato da industriali e da fondazioni, Mises ha costruito un'organizzazione ufficiosa, un abbozzo della Società del Monte Pellegrino, rappresentata dai suoi allievi in diversi paesi dell'Europa occidentale.

La teoria politica neo-liberale


Hayek, nella continuità della tradizione liberale iniziata da Adamsmith.jpg Smith, difende una concezione minimale dello Stato. Il suo apporto peculiare corrisponde alla critica radicale dell'idea di "giustizia sociale", nozione dissimulante, secondo lui, la protezione degli interessi corporativi della classe media. Auspica la soppressione degli interventi sociali ed economici pubblici. Lo Stato minimo è un mezzo di sfuggire al potere della classe media che controlla il processo democratico allo scopo di ottenere la redistribuzione delle ricchezze attraverso la fiscalità.


keynesIl suo programma è esposto in La costituzione della libertà del 1960: deregolamentizzare, privatizzare, diminuire i programmi contro la disoccupazione, sopprimere le sovvenzioni per gli affitti ed i controlli dei locali, ridurre le spese per la sicurezza sociale, ed infine limitare il potere sindacale. Lo Stato non ha il diritto di assicurare la redistribuzione, soprattutto in funzione di un qualsiasi criterio di "giustizia sociale". Il suo ruolo è ridotto a fornire un quadro giuridico che garantisca le regole elementari dello scambio. Nel 1976, giunge sino a proporre la denazionalizzazione  della moneta, cioè la privatizzazione delle banche nazionali per sottomettere la creazione monetaria ai meccanismi del mercato. Altre prese di posizioni sembrano sfumare la radicalità del suo liberalismo, auspicando, ad esempio la creazione di un reddito minimo, ma questa proposta deve essere pensata come una riabilitazione della legge inglese per gli indigenti e non come il segno di un "socialismo hayekiano" [1].

La teoria  sviluppata da Hayek è fondata su una credenza condivisa da tutti i liberali, dai classici sino ai sostenitori delle tesi austriache. La metafora della "mano invisibile", che assicura nel pensiero di Adam Smith l'adeguamento dell'offerta e della domanda sui diversi mercati, illustra perfettamente questo presupposto comune che cercano tutti di dimostrare a partire da diversi postulati: equilibrio  generale di Walras, risviluppata da Pareto; ordine spontaneo del mercato o catallassi per la scuola austriaca. Quest'ultima è il risultato di azioni non concertate e non il frutto di un progetto cosciente. L'ordine del mercato non è voluto, non pianificato, è spontaneo. Questa concezione dell'economia serve da giustificazione alla critica dell'interventismo che genera degli squilibri, delle perturbazioni nella catallassi. Hayek considera che i keynesiani fanno dello Stato un "dittatore economico".

locke.jpgLa filosofia politica di Hayek è infine molto vicina alle tesi sviluppate da Locke. Lo Stato difende il diritto naturale di proprietà ed è limitato dalle clausole individualiste di un ipotetico contratto-fondatore. Il diritto diventa allora strumento di protezione dell'ordine spontaneo del mercato. Ciò che importa dunque principalmente, è la difesa del liberalismo economico. Il liberalismo politico è assorbito. Le idee democratiche sono relegate ad un rango secondario. Ciò ha spinto Hayek a delle dichiarazioni ad intonazioni provocatorie. Dopo lui, la democrazia non costituisce un sistema politico infallibile: essa è: "essenzialmente un mezzo, un processo utilitario per salvaguardare la pace interiore e la libertà individuale" [2]. Meglio vale un regime non-democratico che garantisca l'ordine spontaneo del mercato che una democrazia pianificatrice. Questo ragionamento giustificherà la presenza dei "Chicago boys" in Cile.

burke.jpgIl pensiero di Hayek è un intreccio di conservatorismo (critica della democrazia ispirata alla denuncia della Rivoluzione francese di Edmund Burke) e del liberalismo (Adam Smith). Mette in guardia contro la democrazia illimitata che conduce irrimediabilmente al regno della democrazia totalitaria [3]. Di fatto Hayek è ossessionato dalle classi medie che controllano i regimi democratici: "C'è una grande parte di verità nella formula secondo la quale il fascismo ed il nazionalsocialismo sarebbero una specie di socialismo dellal classe media" [4].

Per di più teme i poveri le cui reazioni sono imprevedibili. Egli reclama un reddito minimo "non fosse che per l'interesse di coloro che intendono essere protetti contro le reazioni di disperazione dei bisognosi" [5]. Benché rifiuti di aderire all'idea di giustizia sociale, Hayek sviluppa una particolare concezione della giustizia, liberale ma anche conservatrice, anche se se ne difende in un articolo intitolato Perché non sono conservatore?

Le idee radicali di Hayek, i suoi attacchi contro l'interventismo economico non possono essere capiti senza un ritorno al contesto storico del dopoguerra: l'eleborazione di una nuova metamorfosi del liberalismo corrisponde ad una critica totale del keynesismo trionfante. Hayek, ispirato dal pensiero economico di Mises, respinge sia il collettivismo preconizzato dal marxismo di Stato sia l'intervento economico nelle società capitaliste. Riprendendo le idee di Mises, egli critica la possibilità di pianificare l'economia la cui complessità si oppone ad ogni calcolo razionale. Queste prese di posizione contro "la terza via democratica e sociale" simbolizzata dal New Deal rooseveltiano ed il laburismo inglese spiegano l'emarginazione degli ultra-liberali all'inizio degli anni 50, soprattutto all'interno della più potente delle organizzazioni di intellettuali anti-comunisti, il Congresso per la llibertà della cultura.

Hayek in margine alla "Guerra fredda culturale"

London-school-of-economics-.jpgHayek è nominato professore alla London school of economics nel 1931, poi a Chicago nel 1950.  Nel 1962, idiventa professore di economia politica nella Germania federale. Questo percorso universitario non deve nulla al caso: la London school of economics, finanziata dalla fondazione Rockfeller, e l'università di Chicago sono dei bastioni dell'economia liberale. Costituisce anche una rete politica ed intellettuale internazionale. Ha saputo raccogliere dei liberali, dei conservatori britannici ed americani, ma le sue teorie sono state diffuse anche in tutta l'Europa occidentale. Vicino a Raymond Aron [6] che popolarizza le sue tesi in Francia, si considera un "liberale intransigente" impegnato ad un tempo contro il sovietismo ed il fascismo.

 

University-of-Chicago.jpgLa retorica dell'anti-totalitarismo costituisce una volta di più lo strumento ideologico privilegiato degli intellettuali impegnati nel Congresso per la libertà della cultura, organizzazione guidata dalla CIA dal 1950 al 1967. Tuttavia, a partire dal 1955, gli ultra-liberali guidati da Hayek sono emarginati rispetto ai "laburisti", rappresentanti di una "terza via" socialdemocratica, che contribuiscono a ridefinire gli orientamenti ideologici del Congresso per la libertà dellal cultura. Un nuovo programma emerge dalla conferenza internazionale di Milano [7].

  

A Parigirockefeller_center.jpg, Josselson, con il sostegno della fondazione Rockfeller, recluta e finanzia i partecipanti. La lista degli intervenuti è approvata da un comitato composto da Raymond Aron, Michel Collinet, Melvin Lasky, Sidney Hook, Denis de Rougemont. Cinque oratori sono cooptati [8]. Essi sono incaricati di dare le linee direttrici dell'ideologia anti-comunista del Congresso per la libertà della cultura durante la seduta inaugurale. La conferenza di Milano renderà evidente la frattura tra le due tendenze. Gli architetti dell'organizzazione, per la maggior parte degli intellettuali newyorchesi usciti dai ranghi trotskysti tentano di allineare dei liberali, ma soprattutto degli uomini della sinistra non-comunista (come Léon Blum in Francia).

 

congresso-di-Milano-1956-Polanyi.jpg Nel 1955, il Congresso si impegna apertamente nella via socialdemocratica; il successo del discorso inaugurale di Hugh Gaitskell, leader laburista inglese, testimonia questo orientamento. Per lui, il Welfare state è compatibile con la democrazia politica, tesi in perfetta contraddizione con le teorie austriache di Mises. Il quarto oratore, Hayek, prende la parola in nome degli ultra-liberali e ricorda che la proprietà è l'unico diritto che valga la apena di essere difeso, facendo così riferimento ai diritti sociali evocati da Hugh Gaitskell [9]. La conferenza di Milano si conclude con la vittoria ideologica dei "laburisti" e con l'emarginazione degli ultra-liberali che ripiegano sui  think tanks, organizzazioni incaricate di convertire le elite economiche alla filosofia neo-liberale.



 

Dal colloquio Walter Lippman alla Società del Monte Pellegrino: la nascita di un think tank internazionale

 

 

Walter_Lippmann.jpgIl colloquio Walter Lippman [10] a cui partecipano Mises e Hayek è l'occasione per riunire degli universitari liberali ostili al fascismo, al comunismo ed a tutte le forme di interventismo economico dello Stato. Walter Lippman [11], fonda nel 1920 il New Republic, diventa inseguito editorialista al New York Herald Tribune. A partire dall'inizio degli anni 60, scrive in Newsweek. Il suo pensiero politico liberale e conservatore ha influenzato gli intellettuali del Congresso per la libertà della cultura. Il suo libro The Good Society [La società giusta], costituisce il manifesto temporaneo, in attesa di The Road to Serfdom [La strada verso la schiavitù], di questo gruppo di intellettuali relativamente emarginato all'epoca del keynesismo trionfante.

 

Louis_Rougier.jpgSecondo Walter Lippman, il collettivismo è la radice comune dei totalitarismi fascisti e comunisti. I governi delle democrazie occidentali, impegnandosi in politiche economiche dirilancio, cedono alla tentazione del palnismo perché non esiste- quest'idea costituisce la chiave di volta della filosofia austriaca iniziata da von Mises- di "via intermedia" tra il liberalismo ed il collettivismo. Così Louis Rougier [12] professore di filosofia all'università di Besançon e principale organizzatore della riunione dichiara: "Il dramma morale della nostra epoca, è l'accecamento degli uomini di sinistra che sognano di una democrazia politica e di un planismo economico senza capire che il planismo implica lo Stato totalitario. Il dramma morale della nostra epoca, è l'accecamento degli uomini di destra che sopirano di ammirazione per i regimi totalitari, pur rivendicando i vantaggi di un'economia capitalista, senza rendersi conto che lo Stato totalitario divora la fortuna privata, mette al passo e burocratizza tutte le forme di attività economica del paese". Uomini di destra e uomini di sinistra sono così accomunati secondi un argomento unico: il planismo è totalitario. Il pensiero di Hayek poggia sullo stesso principio volgarizzato nella celebre La strada verso la schiavitù. Il ragionamento giustifica la costruzione di un'avanguardia liberale capace di lottare intellettualmente (in un primo tempo) contro l'egemonia dellel pratiche ispirate al pensiero di keynes. Il colloquio  Walter Lippman approda ad un progetto internazionale di promozione del liberalismo. Lippman, Hayek e Röpke sono incaricati di creare delle organizzazioni negli Stati Uniti, in Gran Bretagna ed in Svizzera.

 

milton_friedman.jpgNel 1947, nella logica del piano Lippman, Hayek partecipa attivamente alla fondazione della Società del Monte Pellegrino [Mont Pelerin Society] che "costituisce in qualche modo la casa madre dei think tank neo-liberali" [13]. Un uomo d'affari svizzero, Albert Hunold, permette di concretizzare le proposte di Hayek che desidera creare un "forum liberale internazionale" e di Wilhem Röpke che cerca di lanciare una rivista internazionale. Hunold riunisce degli industriali e dei banchieri svizzeri allo scopo difinanziare il think tank liberale [14], Riunisce degli intellettuali provenienti da varie correnti che condividono lo stesso credo nell'equilibrio spontaneo del mercato: dei monetaristi come Milton Friedman [15], dei membri della scuola di Public choice (James Buchanan), così come delle personalità associate alla corrente neo-austriaca. Le riunioni internazionali sono finanziate, in un primo tempo, dalle fondazioni Relm e Earhart [16]. La Società del Monte Pellegrino riceve in seguito il sostegno dell'ultra-conservatrice fondazione John Olin, Lilly endowment, la fondazione Roe, lo Scaife Family charitable trust e la Foundation Garvey.

 

IEA.jpegLa società del Monte Pellegrino predica per venticinque anni nel deserto. Gli ideologi neo-liberali rimangono isolati in un contesto di consensi internazionale interventista. Bisognerà attendera la crisi del keynesismo affinché le idee di Hayek si impongano tra le elite politiche. La Gran Bretagna costituirà il terreno  della messa in pratica delle misure preconizzate. Fondato nel 1955, l'Institute of Economic Affairs (IEA) lavora a volgarizzare le tesi di Hayek e del monetarismo avendo come obiettivo gli ambienti padronali (che restano a lungo diffidenti) e finanzieri. Ralph Harris, che fu direttore dell'organizzazione, è nobilitato sin dal 1979 da Margaret Thatcher.

La "rivoluzione conservatrice" britannica 

Alla fine degli anni sessanta, si delineano i primi segni della crisi che fara pendere la Gran Bretagna verso la "Rivolizione conservatrice" orchestrata da Margaret Thachter. La stagflazione, combinazione inedita di disoccupazione e inflazione, conduce a rimettere in discussione il paradigma keynesiano (soprattutto l'equazione di Philips che verte su l'arbitraggio tra inflazione e disoccupazione). Con la crisi, le teorie della Società del Monte Pellegrino e dell'IEA si sviluppano e ricevono un accoglienza sempre più favorevole nei circoli padronali e politici. Le due organizzazioni diffondono le idee della supremazia della lotta contro l'inflazione, del carattere utopico delle politiche di pieno impiego, della super potenza sindacale, delle conseguenze nocive delle politiche economiche. Nel 1970, l'IEA pubblica la tesi quantitativa della moneta di Milton Friedman che costituisce una condanna radicale della politica monetaria keynesiana. Friedman preconizza la riduzione dei deficit dello Stato allo scopo di controllare l'aumento dellal massa monetaria.

 

Adam_Smith_Institute.gifNegli anni settanta, che sono gli anni della conversione per numerosi uomini politici britannici, si assite ad un riavvicinamento tra i conservatori ed i liberali, un matrimonio tra gli eredi di Burke e di Smith. Allo scopo di sostenere questa dinamica di conversione liberale, dei membri del Partito conservatore (tra cui Margaret Thatcher e Keith Joseph) creano il Center for Policy studies, nel 1974. Nel 1977, nasce un'altra organizzazione: l'Adam Smith Institute. La Gran Bretagna entra in un periodo di "rivoluzione conservatrice". La vittoria di Thatcher nel 1979 consacra la riuscita dei think tanks neo-liberali. Dei membri di queste organizzazioni come Geoffrey Howe e Nicholas Ridley costituirono i pilastri dei governi conservatori [17].

 

Questa rapida storia dei think tanks neo-liberali sottolinea il peso politico delle concezioni economiche di Hayek.  A partire dalla Società del Monte Pellegrino, ha saputo imporre la sua idea dello Stato (minimo, senza alcun potere di intervento economico) e di mercato ("lasciate fare"). Prova della sua egemonia intellettuale, egli riceve il premio Nobel nel 1974, poi lo vede attribuire a sei dei suoi amici ultra-liberali: Milton Friedman (1976), George Stigler (1982), James Buchanan, Maurice Allais (1988), Ronald Coase (1991) e Gary Becker (1992). In un certo senso,è il programma che aveva impostato nella sua opera La Constitution de la liberté [La società libera], che si è imposto come "pensiero economico unico" alla fine del XX secolo.

 

Denis Boneau

 

 

 

 

[Traduzione di Ario Libert]

 

 

 

 

 

 

NOTE

 

 

[1] Gilles Dostaler, Le libéralisme de Hayek, Éditions La Découverte, Paris 2001.

 

[2] F. A. Hayek, La route de la servitude, Presses universitaires de France, [La via della Schiavitù], Paris, 1946, p. 56-57.


[3] Questi temi sono presi in prestito dal filosofo autriaco Karl Popper, autore di Miseria dello storicismo e di La società aperta ed i suoi nemici. La sua opera epistemologica costituisce il fondamento teorico della critica austriaca del marxismo. Hayek, ammiratore ed amico di Popper, invita il "maestro" alla London school of economics. Vi è ricevuto cavaliere nel 1865. È la guida intellettuale di Georges Soros che mette in evidenza l'idea di "Open society". 

 

[4] Ibid., p. 86-87.

 

[5] F. A. Hayek, La società libera, Litec, Paris, 1994, p. 285.

 

[6] Raymond Aron, nel 1951, partecipa alla quarta riunione della Società del Monte Pellegrino (Beauvallon-France); il suo intervento si intitola Du préjugé favorable à l’égard de l’Union soviétique [Del pregiuduzio favorevole nei confronti dell'Unione sovietica].

 

[7] La conferenza internazionale di Milano (1955) è la quinta di questo genere dopo Berlino, Bruxelles, Bombay e Amburgo.

 

[8] Hugh Gaitskell, Sidney Hook, Michael Polanyi, Raymond Aron e Friedrich Hayek. Pierre Grémion, Intelligence de l’anticommunisme, Le Congrès pour la liberté de la culture à Paris, 1950-1975, Fayard, 1995, p. 161.

 

[9] "Sono stato colpito", diceva l'oratore, "leggendo le comunicazioni che ci sono state distribuite, che ogni volta che la libertà è minacciata numerosi sono coloro che, invece di tentare di difenderla, cercano di definire nuove libertà. Così si finisce con il perdere di vista ciò che costituisce il solco dellel noster libertà fondamentali. Ho l'impressione che la dottrina ostile alla proprietà, così caratteristica della nostra epoca, ha rovinato completamente la comprensione delle condizioni essenziali della libertà" Pierre Grémion, Intelligence de l’anticommunisme, p. 174.

 

 

[10] Il colloquio riunisce ventisei interventi, Il filosofo Raymond Aron incontra Hayek, allora professore alla London school of economics ed il suo mentore Mises, professore a Ginevra. Questi contatti saranno confermati durante la messa a punto del Congresso per la libertà della cultura.

 

[11]  Walter Lippmann, nato a New York nel 1889,  fu un diplomatico prima di diventare uno dei giornalisti più ascoltati del suotempo. Nel 1917, entra nell'amministrazione democratica e partecipa all'elaborazione dei quattordici punti di Wilson.

 

[12] Louis Rougier e Jacques Chevalier, ministro dell'Educazione nazionale poi della salute nel 1940 e 1941, hanno negoziato degli accordi segreti Churchill-Pétain. La France de Vichy, 1940-1944, di Robert O. Paxton, Seuil, 1973, p. 133.

 

 

[13] Keith Dixon, Les Évangélistes du marché, Raisons d’agir.

 

[14] La Società del Monte Pellegrino è stata finanziata anche dal William Volker Charities Trust, l'organizzazione creata da un ricco grossista di Kansas City ha svolto un ruolo importante nella costruzione di una scuola specificatamente anti-interventista; i crediti William Volker hanno reso possibile i trasferimento di Mises alla New York University business school, di Hayek al Committee on social thought dell’università di Chicago e di Aaron Direttore alla Scuola di diritto di Chicago. Dorval Brunelle, Hayek et Pinochet, Ultra libéralisme et terreur politique, conferenza sostenuta l'11 Septembre 2003.

 

[15] Il giovane professore Milton Friedman accompagna il gruppo di economisti dell'universutà di Chicago (Frank Knight, George Stigler). Essi saranno i principali artefici della diffusione delle tesi hayekiane negli Stati Uniti. Son dal 1944, La strada della schiavitù, è edita dall'università di Chicago. Le opere di Milton Friedman aono state finanziate dalla Hoover Institution on war, revolution and peace, un'organizzazione fondata nel 1919 e residente a Stanford. Le sue tesi sono servite da Bibbia alla generazione dei Chicago boys che hanno consigliato dei capi di Stato come il generale Pinochet. George Susan Mythologies contemporaines, Comment la pensée devint unique, Le Monde diplomatique, agosto 1996.

 

[16] Tra il 1957 ed il 1986, le fondazioni Relm e Earhart versano 245 820 dollari alla Societa del Monte Pellegrino.

 

[17] François Poirier, Génération Thatcher, La culture politique de Angleterre, Culture et société.

 

 

 

 

LINK al post originale:

Friedrich von Hayek, pape de l’ultra-libéralisme

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