Matriarcato di Malta e delle Cicladi (neolitico): templi-uteri megalitici della dea-madre
Verso il 3.200. C., dei nuovi arrivati si insediarono sull'isola, giunti probabilmente dalla Sicilia che fu, in una remora era geologica, collegata a Malta. Essi costruirono nei 1.500 anni successivi i templi ciclopici di cui ritroviamo oggi i resti. I templi sono tutti arrotondati, fatti di blocchi di calcare ocra pesanti più di 20 tonnellate; questi costruttori dovettero coabitare con i precedenti allevatori.
Le conoscenze riguardanti la preistoria di Malta sono abbastanza sviluppate perché l'arcipelago maltese ha consegnato abbondanti vestigia della presenza umana durante l'epoca preistorica e soprattutto tra le più antiche costruzioni monumentali del mondo, classificate nel patrimonio mondiale dell'UNESCO. Le rovine del tempio maltese più antico sarebbe un muro di grandi pietre a secco erette durante il neolitico sul sito di Skorba. Datante al 5.200 a. C., sarebbe dunque anteriore di ben sette secoli alla prima costruzione megalitica continentale, il Cairn di Bamenez nel Finisterre (4500-3500 a. C.), di 1200 anni agli allineamenti di Carnac (4000 a. C.), e di 2400 anni rispetto a Stonehenge (2800-1100 a. C.).
Una grande concentrazione di templi
I templi megalitici di Malta sono un insieme di templi presenti nell'arcipelago maltese, sulle isole di Malta e Gozo. Un così piccolo arcipelago concentra un numero importante di templi megalitici: attualmente 17 siti inventoriati raggruppano 33 templi. Si deve aggiungere una quindicina di altri siti che rappresentavano almeno altrettanti templi supplementari, oggi scomparsi sotto le bombe della seconda guerra mondiale o le piccozze dei demolitori.
Dei megaliti dedicati alla dea della fecondità
La civilità neolitica maltese presenta un interesse particolare nell'evidente simbiosi tra un'entità femminile adiposa e il culto degli antenati a differenza del megalitismo atlantico, Sull'arcipelago maltese, il megalitismo non era destinato a valorizzare i morti ma alla venerazione di una "divinità" femminile, così le costruzioni megalitiche sono dei veri templi. Il culto degli antenati è riservato agli ipogei.
Sin dalla fase Żebbieħ, il luogo degli antenati è sottoterra nelle tombe scolpite ad immagine dei templi. La "religione" maltese comporta i due aspetti del mondo neolitico: un culto reso a un'entità "dea-madre" o "dea della fecondità" e un culto dei morti che comportava dei riti ctoni.
Le dee dal triangolo pubico di Skorba
Skorba - scritto anche Sqolba – è il sito di un insieme di templi megalitici, situato a Żebbieħ nel nord ovest dell'isola di Malta. questo sito è aprticolarmente importante per documentare la preistoria maltese perché è stato occupato per due millenni, all'inizio della fase Għar Dalam (5400 a. C.) alla fine della fase Tarxien (2500 a. C.).
Lo scavo del sito ha portato alla luce delle ossa di bovidi scolpiti per sfregamento a forma di fallo, dei crani di capre fratturati e soprattutto delle figurine di peitra e terracotta. Queste figurine, le più antiche di Malta, rappresentanodei dorsi femminili con un petto stilizzato e un triangolo publico molto ben evidenziato. David H. Trump associa quest'insieme di statuette femminili al culto di una "dea madre" o di una "dea della fecondità" che favorirebbe la produttività della terra.
L'enorme dea madre di Tarxien
Tarxien è un villaggio del centro est dell'isola di Malta. I templio di Tarxien formano un complesso di quattro edifici religiosi risalenti alla fine del periodo neolitico, e all'inizio dell'età del Bronzo della storia dell'uomo. Nei pressi di Tarxien, il sito dei quattro templi fu classificato nel 1992, dall'Unesco nel patromonio mondiale dell'umanità con il titolo di "Templi megalitici di Malta". Il più vecchio tempio è stimato risalire al 2800 a. C. I templi contengono numerose statue e rilievi di animali, tra cui capre, per le quali Malta è rinomata, e dei maiali. La statua più impressionante è di 2,5 metri di altezza ed è supposta rappresentare una Dea Madre. Altre statue sono disseminate un po' ovunque intorno ai templi, e rappresentano la fertilità.
Il culto alla maternità nel mar Egeo
Un idolo cicladico è una statua in marmo, caratteristico della civiltà delle Cicladi. Quest'ultima era un insieme di piccoli agglomerati greci situati su alcune isole. È famosa per i suoi idooli di marmo lavorati nell'ossidiana, ritrovati sino in Portogallo e all'insenatura del Danubio, il che prova il suo dinamismo. Esse sono comparse poco più di 4500 anni fa sull'isola di Keros. Alcuni archeologi pensano che gli idoli distrutti o fatti a pezzi sarebbero stati deposti nel corso delle cerimonie religiose. Le statue rappresentano nella maggior parte dei casi delle donne incinte per cui alcuni storici ritengono che le isole appartenenti alla civiltà cicladica avevano come riferimento la dea della fertilità. È un po' più antica della civiltà minoica di Creta.
Dee madri delle Cicladi
Gli inizi della civiltà minoica furono influenzate dalla civiltà cicladica: delle statuette cicladiche furono importate a Creta e gli artigiani locali imitarono le tecniche cicladiche (2580 a. C.). La grande dea madre venerata a Delo diventa la dea nazionale delle Cicladi. Numerose statuine di marmo rappresentano l'arte delle Cicladi, per una gran parte del III millennio prima della nostra era, è la figura femminile che vi è più spesso rappresentata. Statuine schematiche, dal corpo a violino, senza alcuno elemento del volto; statuine in piedi, dalla testa ovale, dalle mani che si congiungono all'altezza del petto; teste quasi triangolari, angolose ed eleganti. Sin dalle origini, ogni bottega crea e ripete un sistema d'angoli e di proporzioni che gli è proprio, utilizza un vero canone, insieme di proporzioni determinate delle diverse parti del corpo, che dà ritmo alla scultura.
[Traduzione di Ario Libert]
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Matriarcat de Malte et des Cyclades (néolithique) : temples-utérus mégalithiques de la déesse-mère
Vers 3200 ans avant J.-C., des nouveaux venus s'implantèrent sur l'île, venus vraisemblablement de la Sicile qui fut, à une époque géologique lointaine, reliée à Malte. Ils bâtirent durant ...