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1 giugno 2018 5 01 /06 /giugno /2018 07:00

Civiltà fastidiose: la Cultura Vinca

Quando si parla della cultura di Vinca, si deve sapere che si parla anche di cultura di Turdas o cultura di Turdas-Vinca, e anche di quella chiamata da molti specialisti come "Antica Europa".

Si tratta di una civiltà della fine della preistoria ufficiale, del calcolitico, datata tra i 7000 e i 3000 anni a. C., e preceduta o accompagnata ai suoi inizi da una più antica cultura ancora, la poco conosciuta cultura di Starcevo, che costruiva già delle case rettangolari. E' nel 1908 che un gruppo di archeologi diretto da Miloje Vasic effettua degli scavi nella località serva di Vinca, che hanno permesso di mettere in luce importanti testimonianze.

La cultura di Vinca copre una vasta regione includente la maggior parte dei paesi e regioni dell'ex Iugoslavia (Serbia, nord-est della Bosnia e una parte del Montenegro e della Croazia), il sud-est dell'Ungheria, il nord-ovest della Bulgaria e una parte della Romania (Banat, Transilvania e sud-ovest della Oltenia), e quella che sorge lungo il corso del Danubio. Si ritrovano delle propaggini della sua cultura in tutti i Balcani, sia nell'Europa Centrale e Occidentale sia in Asia Minore.

Areale della cultura di Vinca

Sfortunatamente, poche persone conoscono questa favolosa civiltà, e ciò è dovuto soprattutto, secondo l'archeologo Philip Coppens, al lavoro inibitore del grande ma molto dogmatico archeologo Vere Gordon Childe (1892-1957), che per molto tempo è stato un'autorità sulla fine della preistoria in Europa. Infatti, e con errori ora verificati, grazie a nuove datazioni, quest'ultimo aveva considerato la cultura di Vinca come un'entità culturale periferica influenzata da forze più "civilizzate" (anche sumeriche). La sua posizione dogmatica e la sua influenza hanno fatto sì che la cultura di Vinca abbia ricevuto poca attenzione sino alla sua morte.

E' in gran parte una nuova scoperta fatta nel 1961, dal N. Vlassa, durante gli scavi di un sito transilvano di Tartaria [*], che fa parte della cultura di Vinca, che ridesta un certo interesse presso i ricercatori verso questa cultura. Tra i diversi reperti recuperati, tre tavolette d'argilla, che egli ha analizzato con il radiocarbonio. I reperti furono datati a circa il 4000 a. C., il che scatenò all'epoca una vasta controversia: diretta dai detrattori del nuovo metodo del C14, per far valere il fatto che il radiocarbonio fosse erroneo. Come potrebbe essere "tanto" antico, dal momento che Uruk dei sumeri e la sua scrittura cuneiforme erano meno datate?

Vlassa aveva inizialmente (prima dei risultati della datazione al carbonio) confermato che la "Cultura Vinca" presentava delle forti similitudini con Sumer. Tutti avevano convenuto che i Sumeri avevano influenzato la cultura di Vinca (e il sito di Tartaria), che si era dunque visto attribuito d'ufficio una data tra 2900-2600 a. C. (il tradizionale metodo comparativo, che poggia sulla logica degli archeologi, invece che su prove scientifiche solide). Sinclair Hood ha suggerito che i ricercatori sumeri si erano stabiliti nelle vicinanze dei depositi auriferi nella regione della Transilvania, generando questa cultura-figlia locale.

Ma se i risultati della datazione al carbonio sono corretti, poiché Tartaria data al 4000 a. C., ciò significa che la cultura di Vinca è più antica di Sumer, o che Sumer aveva almeno un millennio in più di quanto pensavano gli archeologi. Sia qual che sia, l'archeologia era in uno stato di completa confusione e alcuni o tutti gli archeologi avevano torto. Ecco la ragione per la quale la datazione al radio carbonio veniva attaccata, invece di revisionare semplicemente le cronologie e le opinioni errate.

Dama di Vinca, 5000-4000 a. C., Museo di Belgrado

Non vi è dibattito reale a questo proposito: gli oggetti della cultura di Vinca e quelli di Sumer sono molto simili. E non vi è soltanto il vasellame e gli oggetti: essi condividono una scrittura che sembra identica.Infatti, il poco interesse che aveva suscitato la cultura di Vinca negli anni 60 proviene da questo, dalla loro scrittura. La scoperta di Vlassa sembrava soltanto confermare questa conclusione, che, egli stesso, ha fatto immediatamente: la scrittura doveva essere stata influenzata dal Vicino Oriente. Tutti, compreso Sinclair Hood e Adam Falkenstein, convenivano che le due scritture erano legate e Hood vi ha visto anche un legame con Creta. Infine, l'erudito ungherese Janos Makkay ha dichiarato che "l'origine mesopotamica [dei pittogrammi di Tartaria] non può essere posta in dubbio".

Ma quando la cultura di Vinca ha di colpo preceduto Sumer, questa tesi non poteva essere mantenuta (sarebbe stato come spezzare il quadro archeologico, messo in gran  parte a punto da Childe e i suoi pari), e dunque, oggi, la teoria è che le due scritture si sono sviluppate indipendentemente. Naturalmente, dovremmo domandarci se si tratta semplicemente di un altro tentativo per salvare delle reputazioni e se nei decenni che verranno la posizione sarà finalmente rovesciata, il che potrebbe significare che la cultura di Vinca è effettivamente all'origine della civiltà sumerica.

Ma torniamo agli scavi. Dopo la scoperta del 1908, Vinca è stata esplorata tra 1918 e 1934 e si è rivelata essere una vera civiltà: una civiltà dimenticata, che Marija Gimbutas più tardi chiamerà "Antica Europa". Infatti, sin dal VI millennio a. C., tre millenni prima dell'Egitto dinastico, la cultura di Vinca era già un'autentica civiltà. Sì, era una civiltà: una città tipica composta da case con dei piani architettonici complessi e numerose camere, costruite in legno poi coperte di fango. Le case si estendevano lungo le strade, facendo così di Vinca il primo insediamento urbano in Europa, ma anche la più antica rispetto alle città della Mesopotamia e dell'Egitto. E la città di Vinca non era che una delle metropoli, ve ne sono altre a Divostin, Potporany, Selevac, Plocnik e Predionica. Marija Gimbutas ha concluso che "nel corso del V millennio e sino all'inizio del IV a. C., sino alla sua sparizione in Europa centrale e orientale, gli Antichi Europei avevano delle città con una forte concentrazione di popolazione, dei templi con più piani, una scrittura sacra, delle case spaziose di quattro o cinque stanze, dei ceramisti professionisti, dei tessitori, dei metallurghi del rame e dell'oro, e altri artigiani producevano una gamma di prodotti sofisticati. Una rete di strade commerciali fiorenti esisteva affinché degli articoli come l'ossidiana, le conchiglie, il marmo, il rame e il sale fossero distribuiti per centinaia di chilometri".

Tutto nella Antica Europa è infatti più antico di ogni altra cosa in Europa o nel Vicino Oriente. Per tornare  alla loro scrittura, Gimbutas ha tentato di tradurla e l'ha chiamata il "linguaggio della dea". Fonda il suo lavoro su quello di Shan Winn, che ha portato a termine il più grande catalogo di segni Vinca sino ad oggi. Riduce il numero di segni a 210, indicando che la maggior parte dei segni erano composti di linee diritte e hanno una forma rettilinea. Soltanto una minoranza ha delle curve, il che può essere dovuto alla difficoltà di incidere delle curve sulla superficie dell'argilla. In una sintesi finale, egli ha concluso che tutti i segni Vinca sono stati considerati come costruiti su cinque segni di base: una linea diritta, due linee che si incrociano al centro, due linee che si incrociano a un'estremità, un punto, una linea curva.

Una tomba molto antica (Lepenski-Vir, Serbia), del 7.000 a. C., cranio grosso, mascella forte, posizione del loto, tomba a forma trapezoidale

La cultura di Vinca ha avuto dei millenni di anticipo sulla data ammessa dello sfruttamento minerario. All'epoca, si pensava che lo sfruttamento minerario non era anteriore al 4000 a. C., benché questi ultimi anni, degli esempi risalenti sino a 7000 anni siano stati scoperti. La miniera di rame a Rudna Glava, a 140 km a est di Belgrado, ha almeno 7000 anni e aveva dei pozzi verticali che giungevano sino a 20 metri di profondità e al momento della sua scoperta, è stata molto controversa.

Altri modelli della "Antica Europa" hanno visto la luce nel novembre 2017, quando è stato dato l'annuncio che gli scavi di un'antica colonia nel sud della Serbia avevano rivelato la presenza di un forno, utilizzato per la fusione del metallo. Il forno conteneva degli utensili: un bulino di rame e un martello a due teste e un'ascia. Più importante ancora, molti oggetti metallici che sono stati fabbricati, sono stati ritrovati.

Scavi di Starcevo

 

Gli scavi hanno anche riportato alla luce una serie di statue. L'archeologa Julka Kuzmanovic-Cvetkovic ha osservato che "secondo le figurine che abbiamo studiato le giovani donne erano vestite magnificamente vestite, come le ragazze di oggi con delle mezze magliette e delle minigonne, e indossavano dei braccialetti intorno alle braccia".

Coloro che sono vissuti tra il 5400 e il 4700 a. C. sul sito di 120 ettari di ciò che è ora Plocnik conoscevano il commercio, l'artigianato, l'arte e la metallurgia. Lo scavo ha permesso anche di capire meglio l'"Antica Europa": ad esempio, vicino alla colonia, un pozzo termico, può essere la prova della più antica stazione termale d'Europa. Le case avevano delle stufe e vi erano dei buchi speciali per i rifiuti, mentre i defunti venivano sotterrati in una necropoli molto ordinata. Le persone dormivano su delle stuoie di lana e di pelo, essi fabbricavano degli indumenti di lana, di lino e di cuoio, e allevavano degli animali. La comunità amava anche particolarmente i loro bambini: i manufatti che sono stati recuperati comprendevano dei giocattoli a forma di animali e dei sonagli, e dei piccoli vasi, malaccortamente concepiti apparentemente fabbricati da dei bambini per divertimento.

Degno di nota lo strano essere dalle lunghe braccia disegnato su uno dei vasi

Non sono che due esempi che evidenziano che la "Antica Europa" era una civiltà con una anticipo di millenni rispetto ai suoi vicini. L'"Antica Europa" è una cultura dimenticata, come pone in risalto Richard Rudgeley: "L'Antica Europa" è stata la precorritrice di molte evoluzioni culturali più tardive e [...] la civiltà ancestrale, piuttosto che essere perduta tra i flutti di qualche cataclisma geologico, è stata persa dalle ondate di invasioni delle tribù dell'Est". Infatti, Rudgeley fa valere che quando ci si trova di fronte all'improvviso sorgere della civiltà a Sumer o altrove, non dobbiamo guardare verso una civiltà extraterrestre, né Atlantide, ma piuttosto verso l'"Antica Europa", una civiltà che il mondo sembra voler ignorare... e non possiamo che chiedercene il perché.

Probabilmente perché si pone la questione di capire come una civiltà ancora più antica e datante alla preistoria potrebbe avere tali conoscenze, uscite anch'esse da... nessun posto. Di fatto, ciò addita ancor più una possibilità "esotica" in questo caso preciso, il che è evidentemente inaccettabile per i dogmi pazientemente edificati. E questi dogmi sono stati, curiosamente, in qualche modo protetti dalle affermazioni dei "protocronisti", e cioè dei ricercati pagati durante un'epoca dai governi comunisti (o fascisti) per raccontare una storia locale imperniata sul fatto che le loro civiltà provenivano esclusivamente da queste regioni, senza influenze esterne, e con l'aiuto di oggetti realmente mostrati ma non analizzabili da altri ricercatori, quest'atteggiamento ha permesso dunque l'occultazione di molte culture ben reali nella realtà storica, il che sembra aver sistemato tutti infine, compresi alla fine europei e americani, i cui propri dogmi e teorie (imperniate storicamente sullo schiavismo poi il colonialismo e un dominio occidentale) erano preferibili e più facili da ammettere delle teorie dei protocronisti.

Ma i fatti sono cocciuti e la storia, la verità, torna sempre da un lato, compreso quello dell'insolito. Dapprima, se si seguono i lavori di Marija Gimbutas, membro scientifico della UCLA sin dal 1963, prima di Sumer, vi furono altre civiltà. Questa civiltà gilanica praticava il culto della grande dea e si situava intorno al Danubio sino in Ucraina alla frontiera del Dniepr. La si è chiamata la cultura di Vinca. Marija Gimbutas ha dimostrato che questo centro era altamente avanzato su tutti i piani, è in seguito emigrato verso l'Europa sotto l'avanzata degli Indo-europei. Si tratta dunque dei Proto-indo-europei prima dell'arrivo dei "kurgan". Questa società europea primitiva era di tipo gilanico, e si articolava intorno al culto di una Grande dea madre, essa fu alla fine soppiantata durante l'Età del Bronzo dalla nuova cultura androcratica e patriarcale dei Kurgan che portarono con essi il cavallo e la gerarchia guerriera (Dumézil).

Statuina di dea dagli scavi di Karanovo

L'"Antica Europa" è definita come la regione che si estende dall'Italia meridionale all'ovest, al litorale della Turchia a est, Creta e Malta a sud e la Cecoslovacchia, la Polonia meridionale e l'Ucraina occidentale a nord. Questo termine fa riferimento al nome di una civiltà europea autoctona, esistita dal 7000 al 3500 a. C. Il suo apogeo data dal 5000 a. C., ma sin dal VI millennio, questo popolo utilizzava delle navi. Utilizzava il rame e l'oro per degli ornamenti così come degli utensili e sembra anche aver concepito una scrittura rudimentale.

Figurina seduta in argilla (4500-4000 a. C.) da Vinca-Belo brdo, conservata al British Museum

Di fatto, notiamo immediatamente che queste strane statue devono, in effetti, rappresentare le divinità di questa cultura antica, la cui scrittura simbolica non lascia un messaggio storico identificabile per la nostra cultura. Inoltre, notiamo che l'identificazione di queste statuine sarebbe in relazione con la "cultura di Vinca". Infatti, gli scavi effettuati su siti sempre più numerosi rivelano una netta identità culturale, con delle ceramiche ben identificabili, ma anche delle strutture urbane molto riconoscibili e uniche, a forma di trapezio. E i numerosi simboli che accompagnano questi oggetti, ma anche la presenza nelle tombe di corpi dai crani allungati (detti dolicocefali) e di forti mascelle, un po' come quelli ritrovati in Ungheria ad esempio.

 

Ma quel che dà fastidio alla scienza ufficiale, sono gli evidenti legami tra la cultura di Vinca o "Antica Europa" e gli inizi della civiltà sumerica, con Eridu e il periodo Ubaid, la sua misteriosa comparsa con le sue conoscenze così molto sofisticate e le statuine dai volti serpentiformi.

E di recente è in Francia che degli scavi hanno portato alla luce la conferma che questa cultura "Antica Europa" ha raggiunto (commercialmente) ben prima di quanto supposto, dei luoghi remoti dal suo luogo di apparizione.

Molte statue sono state scoperte a Périllos, Pirenei Orientali, nella regione dell'Occitania francese, nel corso degli anni. Gli oggetti sono stati scoperti nel settore della grotta della Caune che è una caverna impressionante e profonda nella valle tra Opoul e Périllos, ai piedi di Montalhou Perillou, la più alta montagna della regione (circa 800 metri). Fortunatamente si è avuta la fortuna di poterne recuperare alcune, tutte di forme, di rappresentazioni e senza dubbio di epoche differenti.

Due sono quasi integre, benché la più impressionante sia stata ritrovata spezzata e di cui, sfortunatamente, mancano due o tre pezzi per completarla.

Quest'ultima, la più alta, misura quasi 20 centimetri e sembra molto somigliante alle statue serpentine scoperte a Eridu in Mesopotamia, datante del periodo di Ubaid (4500-4000 a. C.).

E poi vi è anche questa famosa scrittura, una scoperta accettata in un primo tempo, poi respinta con timore da parte della scienza occidentale perché quando i primi segni grafici sono stati trovati nella regione balcanica, i ricercatori hanno logicamente supposto che essi erano stati portati in origina da coloni provenienti da Babilonia. I sistemi di scrittura sembravano dello stesso tipo e molte lettere identiche. Di fatto, si è scoperto più tardi che la vecchia scrittura europea poteva essere datata a -5500 anni a. C. e cioè 2000 anni più antica dei più antichi segni mesopotamici. Di fatto, la nascita della scrittura tra la Mesopotamia e l'Egitto ha fatto dibattere per lungo tempo, e non è ancora finita, tanto più che una scrittura scoperta nelle zone della civiltà (ancora più antica secondo le datazioni) dell'Indo turba ora lo stato di cose. Ma l'archeologo tedesco Guenther Dreyer ha studiato le prime scritture egiziane e ha provato l'esistenza verso il 3400 a. c. di un completo sistema di scrittura fonetica il che rende la scrittura egiziana più antica della scrittura sumerica, secondo lui.

Le tre tavolette sono anche un po' contestate poiché le tavolette giacevano sul fondo di ciò che sembrava essere un pozzo sacrificale in compagnia di alcune ossa umane. Esse recavano dei simboli pittorici che ricordavano al contempo le scrittura delle tavolette sumeriche e quelle delle vestigia della civiltà minoica di Creta. Il problema consiste nel fatto che se la scrittura a comparsa in Europa durante l'Età della pietra e non a Sumer durante l'età del bronzo, i ricercatori si domandavano come essa avrebbe raggiunto la lontana Sumer 1000 anni prima dell'isola cretese (ma questi interrogativi datano prima delle scoperte che provano la grande mobilità e l'estensione commerciale reale dei cacciatori-raccoglitori poi delle prime civiltà, tra cui quella di Vinca e le scoperte in Francia).

Degli studiosi di preistoria pensano che la datazione al carbonio delle tavolette di Tartaria sia sbagliata. Per altri, non sarebbe impossibile che, essendo state spostate all'interno di tumuli, le tavolette riflettono in realtà un'epoca della cultura vinca ben ulteriore alla scrittura sumera. Detto altrimenti, i ricercatori non sono d'accordo tra di loro, come accade spesso. E tuttavia, è proprio un ricercatore americano, e non un protocronista dell'est, che propone delle interpretazioni a proposito della scrittura della Antica Europa.

Un ricercatore americano sostiene dunque di aver decifrato la più antica scrittura, detta di Vinca, su dei cocci vecchi di 7000 anni e ritrovati presso Belgrado. "La dea orsa e la dea uccello sono proprio la dea orsa". Ecco ciò che dice la frase più antica conosciuta di una lingua umana. Essa è stata grafita su due fusaiole in terracotta (la fusaiola serve da peso al fuso durante la filatura) portate alla luce durante degli scavi a Jela, a ovest di Belgrado, sulla riva sud della Save.

La scrittura di Vinca è stata ritrovata su molti siti di scavi archeologici nei Balcani e in Pannonia (ovest dell'Ungheria e della Croazia). Sono stati recensiti diverse decine di simboli differenti, che compongono la scrittura di una cultura detta "Antica-europea" presente nell'Europa del sud-est durante il neolitico, tra 6000 e 4000 a. C., e che sarebbe stata spazzata via da un'invasione, mentre le più antiche tavolette, recanti dei caratteri cuneiformi riesumate in Siria e considerate sino ad ora come le prime forme di scrittura, datano al 3300 prima della nostra era.

La frase avanzata dal ricercatore americano Toby Griffen: "La dea orsa e la dea uccello sono proprio la dea orsa" significherebbe: "Le due sono una stessa dea". Per mostrare che questa frase, a prima vista incomprensibile, contiene un senso logico, Griffen è ricorso alla mitologia greca. Artemide, dea cacciatrice, risale a più antiche divinità legate all'orsa e all'uccello, la sua essenza di orsa domina quella dell'uccello. Si è dunque all'interno della matrice di ciò che si chiama ora "l'Antica Europa", concetto sviluppato dall'archeologa Marija Gimbutas, considerata come un'autorità nella ricerca sulla cultura neolitica dell'Europa del sud-est. La Baltica [Marija Gimbutas] descriveva quest'ultima come una società matriarcale venerante una dea-madre universale; gli studi del linguista americano confermano questa visione delle cose. E si può concludere, se ciò è vero, che i più antichi documenti linguistici scritti dall'umanità che ci sono pervenuti sono originari dell'Europa del sud-est.

I Balcani erano dunque una culla della civiltà, ben prima della Mesopotamia. Questa conclusione rivoluzionaria, per non dire revisionista, sarà beninteso combattuta dall'archeologia ufficiale. Non è certo che le conclusioni di Griffen siano esatte ma ciò che è sicuro, è che non tenerne conto per paura ideologica è antiscientifica. La sua procedura, come si vede, si iscrive nell'apporto di Dumézil, fondato su una lingua primordiale e le similitudini dei culti degli Indo-Europei.

Le discussioni rimangono vive sull'esistenza e la localizzazione di una culla originaria delle grandi migrazioni e conquiste degli "iperborei". Non si sanno ancora grandi cose sulla cultura della più antica Europa precedente alla stessa epopea indo-europea, ma a poco a poco, si progredisce. Dall'Austria alla Slovacchia sono stati portati alla luce più di 150 templi edificati tra il 4800 e il 4600 prima della nostra era. Ciò ci porta a 7000 anni, ossia 2000 anni prima di Stonehenge e le piramidi d'Egitto. Questi complessi di terra e di legno sono stati progressivamente abbandonati. Il più notevole è nel cuore stesso di Dresda. E' stata riportata alla luce una città nella città, con centinaia di case di forme allungate, apparentemente a vocazione monastica. Questa civiltà senza nome si ricollega curiosamente allo spazio serbo, come la scrittura di Vinca. Essa è scomparsa e, in seguito, si dovrà aspettare sembra 3000 anni per veder apparire delle costruzioni così strutturate durante l'età del bronzo.

Da notare anche che nella stessa regione, in Serbia, esiste il sito di Lepenski Vir, datato al mesolitico (7000 anni a. C.), che possiede alcune particolarità, tra cui quelle famose case (o casolari) il cui suolo è sistematicamente a forma di trapezio matematicamente rigoroso.

 

Il sito di Lepenski Vir con resti di case a forma di trapezio

 

Questa cultura, anch'essa collegata alla Antica Europa, possiede anche l'originalità di aver un dio-pesce, di cui si sono ritrovate diverse rappresentazioni le quali non mancano di ricordare quanto è stato scoperto in Francia a Glozel.

 

Urne, incisioni e tavolette trovate in Francia a Glozel

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE

 

[*] Le tavolette di Tartaria sono tre reperti archeologici rinvenuti a Salistea, in Romania. Esse recano incisi dei simboli che sono stati oggetto di notevoli controversie tra gli archeologi, alcuni dei quali sostengono essere trattarsi della prima forma conosciuta di scrittura al mondo.

 

[Traduzione di Ario Libert]

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