Nerezza degli antichi Egiziani: "La messa è finita!"
INTRODUZIONE
Perché questo ritorno su fatti già consolidati e che hanno dimostrato scientificamente da alcuni ricercatori kamiti (di cui il primo fu Cheikh Anta Diop)? È semplicemente un articolo in più sulle origini nero-africane degli antichi Egiziani? No di certo! Per progredire nella giusta direzione, non siamo alla ricerca di letteratura europea; tuttavia stiamo attenti all'effetto prodotto dalle ricadute delle nostre diverse azioni nella societa europea (ed in particolare in Francia); soprattutto quando queste azioni riguardano la lotta che conduciamo contro la falsificazione storica. Perché va da sé che se non avessimo agito da molti anni (in tutta umiltà), vi sarebbe molta meno buona volontà presso i leucodermi. È il rapporto delle forze scientifiche, a nostro favore, che ha permesso di far passare la nostra giusta causa nella testa dei ricercatori aventi abbastanza grandezza per rimettere in questione delle tesi erronee ed opere razziste.
L'onestà intellettuale sembra ritornare soprattutto in certe traduzioni dei testi greci che testimoniano delle origini negro-africane degli antichi egiziani. Tanto meglio!
Atto I: Erodoto ed il suo Libro II
Chi è Erodoto?
Erodoto ci ha lasciato dei dettagli preziosi sulla vita quotidiana, la religione, le feste religiose popolari a cui egli ha assistito e sullo stesso paese. Le sue narrazioni, spesso confermate dalle rappresentazioni dei templi e delle tombe, sono utilizzate dagli egittologi.
Erodoto, storico greco, è dunque andato a Kemet. Ci dice che gli Egiziani antichi sono dei neri; impiega "melagkhroes" per dire "pelle nera" e "oulotrikhes" per "capelli crespi": "i colchidi sono di razza egiziana... inanzitutto, perché hanno la pelle nera ed i capelli crespi..." cfr. Libro II, 104.
Erodoto non lascia posto ad alcuna incertezza, nessuna approssimazione perché scrive: "sono andato ed ho visto con i miei occhi sino alla città di Elefantina", cfr. Libro II, 29.
All'inizio, come fa notare il linguista Jean-Marc Egouy, le traduzioni erano corrette: "Così, dal XVI secolo ai nostri giorni, non si smise di tradurre il padre della Storia in seno ad istituzioni erudite di fama. In Francia è l'Accademia Reale delle iscrizioni e belle lettere, riformata nel 1716 ma la cui creazione originale data al 1634 ed è dovuta a Richelieu, che forniva nel 1786 una traduzione rigorosa della "Ricerca", con uno dei membri onorevoli P. H. Larcher. È utile precisare che, anche se alcuni dei traduttori precedenti di Larcher contestavano in modo ostinato questa testimonianza del padre della Storia sull'aspetto etnico degli egiziani, quest'ultimi optarono sino alla fine del XIX secolo per una traduzione fedele ed autentica del testo greco di Erodoto. È il caso di un professore inglese di filosofia comparata, A. H. Sayce (1883). Per le traduzioni fedeli del passaggio che ci interessa, si può citare inoltre Larcher, Pierre Salia (1556), P. Du Ryer (1645), André-François Miot (1822), E. A. Betaut (1836), P. Giguet (1864), Henri Berguin (1932), J. Enoch Powell (1949)" [2].
Atto II: La falsificazione:
Seguiamo sempre Jean-Marc Egouy: " Philippe Ernest LEGRAND era professore all'Università di Lione quando fu richiesto attraverso la sua corrispondenza con l'Istituto di Francia, per una nuova traduzione del testo di Erodoto. Perché infatti, la sua qualità di ellenista competente glielo permetteva. Si vide dunque pubblicata, negli anni trenta del XX secolo, un'edizione tardotta da Legrand del tomo II della "Storia" di Erodoto, tomo dedicato all'Egitto, ma questa volta tradotto da Legrand: "[...] essi avevano la pelle bruna".
"(...) Con questa nuova edizione, assistiamo ad una sostituzione del senso del termine greco, che fa stranamente passare il colore della pelle degli egiziani da nero (melas) a bruno (melanophaios)".
"(...) La traduzione di Legrand d'inizio secolo XX fu ripresa da altri (Jacques LACARRIERE, Andrée BARGUET),ed è essa che attualmente funge da traduzione ufficiale di riferimento ad Erodoto".

Nel 1954, una "bomba" esplodeva: Nations Nègres et Culture [Nazioni Negre e Cultura], libro dello scienziato Senegalese Cheikh Anta Diop. L’Egitto è veramente una civiltà negra. Sin dal primo capitolo intitolato "Cos'erano gli Egiziani", l'uomo di scienza Senegalese regola "la questione" Erodoto. Nella rubrica "Testimonianze degli scrittori e dei filosofi antichi", Cheikh Anta Diop écrit: "Tutti questi testimoni oculari affermano formalmente che gli Egiziani erano dei Neri".
"(...) Per dimostrare che gli abitanti della Colchide erano di origine egiziana e che bisognava considerarli come una frazione dell'esercito di Sesostri che si sarebbe installata in questa regione, Erodoto affermerà: "Gli Egiziani pensano che questi popoli sono dei discendenti di una parte delle truppe di Sesostri. Lo congetturai anche da due indizi : il primo è che essi sono neri e che hanno i capelli crespi...".
Κελαινός , kélainos ("il sangue nero", Iliade, I, 303) ’ερεμνός , eremnos ("un turbine tenebroso", Iliade, XII, 375) αίθων, aithôn ("un toro rosso", Iliade, XVI, 488) μέλας , melas ("la nave nera", Iliade, I, 300) [4].
Atte IV: Il battello dei falsificatori imbarca acqua, o l'inizio della caduta
In realtà, l'inizio della caduta risale a Jean-françois Champollion, il celebre decifratore dei geroglifici, che ha riconosciuto la caratteristica nera degli egiziani antichi. Perché malgrado la moltitudine dei falsificatori, alcuni eruditi non si schierano con la montatura; altri lo fanno in parte.
Citiamo alcuni (vivi o morti) al di fuori di J-F Champollion: Volney, Amélineau, Blanchard hanno detto la verità. Jean Leclant (uno dei più grandi pilastri della Scuola di egittologia francese) ha concesso che il sud dell'Egitto era all'origine della civiltà faraonica. E sempre più, per non dire di recente, "un vento caldo proveniente dal sud" soffiava sul battello che imbarcava acqua.
Tutankhamun, ricostruzione del volto del celebre faraone
Béatrix Midant-Reynes, archeologa, incaricata di ricerca al CNRS, scrive nel suo libro intitolato Aux origines de l’Égypte [Alle origini dell'Egitto] del 2003: "L’Egitto è in Africa. Evidenza troppo a lungo superbamente ignorata per focalizzare le grandi correnti civilizzatrici verso un brillante Oriente".
Ma torniamo al nostro famoso passaggio di Erodoto:
Sorprendente, vero!?
[Traduzione di Ario Libert]
Bibliografia:
[1] Libro II, paragrafo 104.
[2] Vedere: Les Racines de l’Égypte ancienne, la supercherie médiatique, et Cheikh Anta Diop, Jean-Marc Egouy, Éditions Menaibuc, 2003.
[3] Vedere Engelbert Mveng, Les sources grecques de l’histoire négro-africaine, Présence africaine, 1972, page 85.
Noirceur des Egyptiens Anciens: "La messe est dite!"
LINK a saggi pertinenti all'argomento trattato:
Testimonianza di Vivant Denon a proposito della Sfinge di Giza